Sciopero nazionale dei taxi in Italia: una giornata di protesta

Il 21 maggio, l'Italia ha assistito a uno sciopero nazionale dei taxi. Le auto bianche, come vengono comunemente chiamati i taxi, sono rimaste ferme in tutto il paese dalle 8 alle 22. Nonostante lo sciopero, i sindacati hanno assicurato che sarebbe stato garantito il servizio di trasporto sociale per anziani, portatori di handicap e malati.

Le ragioni della protesta

Lo sciopero è stato indetto da vari sindacati di categoria, tra cui Unica CGIL, FAST, UGL, UTI, TAM, CLAAI Unione Artigiani, SATaM, Or.S.A. Taxi, Uritaxi, ATLT, ATI Taxi, SITAN/Atn, USB Taxi, Unimpresa e Federtaxi CISAL. La protesta è stata scatenata dal riassetto del trasporto pubblico non di linea previsto dai decreti attuativi recentemente presentati dal Ministero dei Trasporti. In particolare, i sindacati si sono opposti alle disposizioni che dovranno regolamentare le piattaforme digitali di intermediazione.

Sit-in dei tassisti a Piazza San Silvestro

Invece di organizzare cortei o manifestazioni in giro per la città, i tassisti hanno scelto di riunirsi per un sit-in presso piazza San Silvestro, nel cuore di Roma, dalle 10 alle 17. Durante questa protesta nazionale, gli autisti delle auto bianche hanno espresso il loro dissenso nei confronti del Governo. La questione delle licenze non è stata affrontata durante la protesta, ma sarà oggetto di discussioni future con il sindaco e l’assessore, come comunicato dai sindacati.

Confusione e incertezza

L'adesione allo sciopero è stata oggetto di confusione e incertezza. Mentre i sindacati prevedevano un'adesione tra il 70% e il 90% dei lavoratori, tra le cooperative circolava una stima del 10%, che suggeriva un possibile flop dello sciopero, come accaduto in passato. Nonostante ciò, le auto bianche sono rimaste ferme nelle principali città italiane dalle 8 alle 22, con delegazioni da tutto lo Stivale che si sono incontrate a Roma, in una manifestazione in piazza San Silvestro dalle 11 alle 17.