Richiesta di arresto per Netanyahu e Gallant: le reazioni internazionali

La Corte Penale Internazionale (CPI) ha chiesto l'emissione di mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant, accusandoli di 'crimini di guerra e contro l'umanità'. La richiesta è stata estesa anche ai leader di Hamas, tra cui Sinwar, Deif, Haniyeh e Al Masri.

Reazioni da Israele e Hamas

La notizia ha scatenato reazioni forti sia in Israele che a Gaza. Da Tel Aviv è arrivata una risposta di condanna, definendo la decisione un esempio di "ipocrisia e vergogna internazionale". Anche Hamas ha espresso la sua indignazione, accusando la CPI di aver "messo sullo stesso piano vittima e carnefice".

La posizione degli Stati Uniti

Il presidente americano Joe Biden ha definito "oltraggiosa" la decisione del procuratore della CPI. Il segretario di Stato Antony Blinken ha parlato di una scelta "vergognosa", mentre il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale John Kirby ha espresso la sua preoccupazione per l'accostamento di Israele ai terroristi.

Il procuratore della CPI anticipa la decisione

Prima dell'annuncio ufficiale, il procuratore della CPI Karim Khan aveva anticipato la decisione in un'intervista alla CNN. Khan ha parlato di "starvation, civilian targeting, extermination", termini che hanno anticipato la richiesta di arresto per Netanyahu e Gallant. La notizia, seppur attesa, ha avuto un impatto dirompente sulla scena internazionale.

La decisione della CPI rappresenta un momento storico, segnando la fine di un doppio standard e l'inizio di una giustizia senza eccezioni. Tuttavia, le reazioni internazionali mostrano quanto sia controversa e delicata la questione. Il futuro dirà se questa decisione porterà a un cambiamento significativo o se rimarrà un simbolo di divisione.

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