Mattarella:nazifascisti consapevoli loro gravi crimini di guerra

Mattarella:nazifascisti consapevoli loro gravi crimini di guerra
Agenzia askanews INTERNO

Civitella , 25 apr. – “Quelli compiuti dai nazifascisti furono “gravissimi crimini di guerra, contrari a qualunque regola internazionale e all’onore militare e, ancor di più, ai principi di umanità. Nessuna ragione, militare o di qualunque altro genere, può infatti essere invocata per giustificare l’uccisione di ostaggi e di prigionieri inermi”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebrando a Civitella in Val di Chiana la festa della Liberazione dal nazifascismo (Agenzia askanews)

La notizia riportata su altre testate

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020) (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Una lunga di scia di sangue ha accompagnato il cammino dell'Italia verso la Liberazione". Oggi e in futuro - far memoria di quelle stragi e di quelle vittime e sono preziose le iniziative nazionali e regionali che la sorreggono. (il Dolomiti)

Il Capo dello Stato a Civitella Val di Chiana: "Senza memoria non c'è futuro" (LAPRESSE)

Mattarella a Civitella: “Per il regime pietà non prevista. Il 25 aprile data fondante, i partigiani veri patrioti”. Il discorso integrale

Poi si è intrattenuto con i cittadini ei familiari delle vittime. E qui, a Civitella Val di Chiana, il presidente Sergio Mattarella ha fatto il suo discorso per la festa della Liberazione, proprio nel luogo in cui i nazisti trucidarono 244 civili. (ilmessaggero.it)

Ad accoglierlo anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera Lorenzo Fontana. ROMA (ITALPRESS) – Il Presidente della Repubblca Sergio Mattarella è appena arrivato all’Altare della Patria, accolto dal ministro della Difesa Guido Crosetto. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

«Intorno all'antifascismo è possibile e doverosa l'unità popolare, senza compromettere, d'altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico». (La Stampa)