25 aprile. L'attualità di essere antifascisti La Nuova Ferrara

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In un mondo ideale Giorgia Meloni, oggi, espletate le formalità istituzionali all’Altare della Patria, infilerebbe l’A1 a sirene spiegate in direzione Marzabotto, teatro della più grande strage nazifascista. Qui, tra gli “ooh” e molti preventivati “fischi”, strapperebbe anche qualche applauso di sorpresa. Basterebbero due sole parole, «sono antifascista», per chiudere definitivamente la diatriba che si ripropone ogni 25 Aprile e suggellare la pacificazione nazionale auspicata da Alcide De Gasperi quando fu istituita la Festa della Liberazione. (La Nuova Ferrara)

Se ne è parlato anche su altre testate

Come ha ben spiegato ieri su queste colonne Filippo Facci, non c'è alcuna relazione tra il dichiararsi antifascista e l'essere o non essere fascista, perché il termine antifascista ha perso il suo significato originale per diventare sinonimo di tutto ciò che è di sinistra. (ilGiornale.it)

Andrea Muzzolon 25 aprile 2024 (Liberoquotidiano.it)

Un caro saluto, chi scrive lo fa per pura passione, per sfizio, per divertimento, ma soprattutto per dire la sua, per esprimere un pensiero. Ecco questo mi ha spinto ad accendere il computer e iniziare a scrivere. (Primonumero)

Così rischiamo che l’antifascismo diventi una foglia di fico per coprire la mancanza di proposte politiche sull’oggi» Professore, 80 anni dopo c’è ancora chi non riesce a dirsi antifascista. Perché?«Ottant’anni dopo siamo ancora qui a non capire. (La Stampa)

La sinistra ha sempre agitato la retorica della democrazia in pericolo in prossimità delle elezioni, trasformando l'antifascismo in un argomento di propaganda (ilGiornale.it)

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