L'inflazione non erode il debito pubblico - ItaliaOggi.it

Italia Oggi ECONOMIA

Richiamare l'iniziale riduzione del valore reale del debito pubblico per sostenere ulteriori espansioni del deficit e del debito è indice di analfabetismo economico ed irresponsabilità.

2) Sul rimanente 89,1% del debito, inizialmente l'inflazione comporterà un beneficio al rapporto Debito-Pil pari a 35 miliardi.

Uno studio dell'Osservatorio CPI della Cattolica chiarisce:1) Sui titoli indicizzati, pari al 10,9% dei titoli in circolazione (circa 300 miliardi) l'inflazione non ha alcun effetto reale tramutandosi in un corrispondente aumento del tasso di interesse. (Italia Oggi)

Ne parlano anche altri media

L’inflazione. L’aumento dei prezzi ha raggiunto un nuovo record nel mese di giugno (non si registrava da gennaio 1986), che secondo le stime preliminari dell’Istat sale all’8% su base annua. (Corriere della Sera)

Inflazione: cos’è. In economia, l’inflazione rappresenta una crescita dei prezzi al consumo generalizzata e continuativa nel tempo che, ovviamente, condiziona il potere di acquisto dei cittadini. Inflazione: come si calcola. (La Legge per Tutti)

Servono strategie oculate per evitare che i risparmi si assottiglino per correre dietro ai prezzi che crescono senza freni. Molto più modesto per ora l’aumento per i mutui variabili: 15 centesimi e rata più alta di 10 euro (da 486 a 496) (Corriere della Sera)

Che essi ovviamente perdono valore Per i mutui a tasso fisso nessun cambiamento in vista almeno per chi ha già un finanziamento in essere. (InvestireOggi.it)

Attualmente il riferimento per l'adeguamento è l'Ipca (l'indice dei prezzi al consumo armonizzato a livello europeo), che nelle ultime rilevazioni Istat era all'8,5%, che però va calcolato al netto dei prezzi dei beni energetici importati. (Sky Tg24 )

Nel frattempo, come rimarcato dalla Banca d’Italia, nel terzo trimestre dell’anno sono risaliti i tassi soglia usurai. Nello specifico, il tasso soglia per i mutui a tasso fisso è risalito al 6,68% dal 6,48% mentre per i mutui a tasso variabile è sceso dal 6,83% segnalato a fine marzo al 6,78 per cento. (La Stampa)