Sanzioni anche per Lvmh e Chanel: L'antitrust francese multa Luxottica

fashionmagazine.it ECONOMIA

«Gli ottici che si ostinavano a ignorare i messaggi di Luxottica hanno subito misure di ritorsione», ha rilevato l'Antitrust, aggiungendo che i contratti di licenza e rivendita «vietavano la vendita online di occhiali da sole e montature da vista»

Come riporta Il Sole 24 Ore Radiocor Plus anche Lvmh e Chanel sono stati multati rispettivamente di 500mila e 130mila euro, il primo per gli stessi motivi indicati per il gruppo dell’occhialeria, il secondo per il solo divieto di vendita online. (fashionmagazine.it)

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La decisione odierna conclude un'indagine avviata nel 2005 e che era già stata considerata insufficiente dall'FCA nel 2017. La Società - continua la nota - "esprime il suo profondo disaccordo nei confronti della decisione dell'Autorità e ritiene che la sanzione sia sproporzionata e priva di fondamento". (ilmessaggero.it)

Le contestazioni, inoltre, riguardano il divieto di proporre e promuovere campagne di sconto e restrizioni sulla pubblicità al punto che gli ottici che rifiutavano queste indicazioni subivano delle vere e proprie ritorsioni (Cityrumors Milano)

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato francese ha inflitto una sanzione di oltre 125 milioni di euro al produttore italiano di occhiali Luxottica (e primo fornitore mondiale), per aver “imposto” in Francia, “agli ottici, i prezzi al dettaglio e per aver impedito loro la vendita on line. (greenMe.it)

ansa Antitrust francese, maxi multa da 125 milioni di euro a Luxottica. L'Autorità francese per la concorrenza ha inflitto una multa di oltre 125 milioni di euro a Luxottica, primo fornitore mondiale di occhiali, per aver "imposto agli ottici prezzi di vendita al dettaglio e per aver vietato di vendere su Internet". (Notizie - MSN Italia)

Luxottica. (Teleborsa)

Il primo fornitore al mondo di occhiali, fondato da Leonardo Del Vecchio, ha ricevuto la sanzione per aver “imposto” agli ottici di “prezzi di vendita al dettaglio” e per “aver vietato di vendere su internet“. (Il Fatto Quotidiano)