Via libera del Cdm al Def: approvato lo scostamento da 40 miliardi

L'HuffPost ECONOMIA

La crescita programmatica per il 2021 è prevista al 4,5%, partendo da un Pil tendenziale al 4,1%.

L’indebitamento netto vola infatti all′11,8% - dal 9,5% del 2020 - visto il rallentamento della crescita e soprattutto per effetto del doppio scostamento di bilancio.

Il Def stima il rapporto debito/pil al 159,8% nel 2021, per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024

Uno scostamento da 40 miliardi e una linea di finanziamento complementare al Recovery Plan da circa 30 miliardi per dare una spinta aggiuntiva all’economia e riuscire a riportare il deficit sotto il 3% nel 2025. (L'HuffPost)

Ne parlano anche altri media

Il Def contiene anche un finanziamento di 30 miliardi in sei anni complementari al Recovery plan: si tratta di un fondo ad hoc che andrà alimentato da qui al 2026 per realizzare le opere escluse dal Pnrr. (TG La7)

Il decreto, inoltre, "vedrà la luce entro fine aprile" e utilizzerà i "40 miliardi" dello scostamento Il dato fa riferimento al quadro programmatico, ovvero le previsioni effettuate tenendo conto delle misure economiche che il governo si prepara a varare quest'anno. (Liberoquotidiano.it)

Il Pil italiano tornerà a sfiorare i livelli pre-pandemia nel 2022, superandoli l'anno successivo, si legge nella bozza del Def. Decreto Sostegni bis. I 40 miliardi di scostamento finanzieranno il prossimo decreto con gli aiuti alle categorie colpite dalla pandemia. (ilmessaggero.it)

Per le piccole e medie imprese (Pmi) sarà prorogata dal 30 giugno a Il decreto intestato alle «imprese» vedrà con ogni probabilità la luce a fine aprile e contiene, tra l’altro, nuovi aiuti su affitti, Imu del turismo e occupazione del suolo pubblico (esenzione fino a un anno), 6,7 miliardi per finanziare la voce della cosiddetta «Transizione 4.0». (Il Manifesto)

Il rapporto deficit/PIL scenderà al 5,9% nel 2022, al 4,3% nel 2023 e al 3,4% nel 2024. Il rapporto debito/PIL è stimato al 159,8% nel 2021, per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024", illustra Palazzo Chigi (Adnkronos)

Confesercenti. "L'approvazione dello scostamento da parte del Cdm è un passo fondamentale nella direzione giusta. Lo scostamento sarà utilizzato per il nuovo decreto imprese, che dovrebbe essere varato entro la fine di aprile. (QUOTIDIANO.NET)