Trent’anni dopo quel 1 maggio 1994

Fantacalcio ® SPORT

A chi compie l’ultima curva 'Stavo correndo a trecento all’ora. Stavo correndo col mio corpo dentro un altro corpo. Stavo correndo con la mia umanità dentro una macchina che quelli come me sentono umana quanto la dedizione che ci mettono dentro. Stavo correndo a trecento all’ora mentre ero primo. Prima di me ne sono morti tanti. E di ognuno dicevano che avrebbe dovuto essere l’ultimo. Stavo correndo a trecento all’ora e ho pensato di fermarmi. (Fantacalcio ®)

La notizia riportata su altre testate

Il minuto di silenzio dedicato a Ayrton Senna è risuonato fino a Torino, nelle sale del Mauto di corso Unità d'Italia per la precisione, dove è in corso la mostra dedicata al pilota brasiliano scomparso il 1° maggio di 30 anni fa, che sta riscuotendo un grande successo, tanto che da mercoledì 24 aprile a mercoledì 1° maggio 2024, i visitatori al Museo Nazionale dell’Automobile sono stati circa 25.000. (Torino Cronaca)

Leggi tutta la notizia Il ricordo per il 30esimo anniversario della sua morte. (Virgilio)

Quelle del 1° maggio 1994 sono immagini indelebili nella mente degli appassionati che quella maledetta domenica erano di fronte alla tv per vedere il Gp di Imola di F1. Poi alle 14:17 lo schianto alla curva del tamburello, con la Williams di Ayrton Senna che impatta violentemente contro le barriere a causa del cedimento del piantone dello sterzo. (AlVolante)

Una collezione di oggetti di Ayrton Senna e Ronald Ratzenberger in mostra all'Autodromo 'Enzo Ferrari' di Imola in occasione delle celebrazioni per il trentesimo anniversario della morte dei due piloti di Formula 1 nel tragico weekend del 30 aprile -1 maggio 1994 (Il Sole 24 ORE)

Aveva 19 anni, Ayrton Senna, quando è sbarcato in Italia. “Eravamo a Ponte Sesto, Rozzano. In via Ariosto. Prima eravamo in viale Lucania, in zona Corvetto a Milano”. Ce lo racconta Paolo Amoruso, allora meccanico della Dap. (Eurosport IT)

"Dopo l’incidente non ho voluto tradire Ayrton, presi quelle quattro foto dove era senza casco, con l’orbita dell’occhio insanguinata e le ho eliminate", ricorda Orsi. (Liberoquotidiano.it)