Foto - Alfa Romeo Junior: tutto sulla baby crossover

AlVolante ECONOMIA

Lunga 417 cm, ha una bella grinta, interni moderni, e c’è sia mild hybrid sia al 100% elettrica: ecco la più piccola delle crossover Alfa Romeo, inizialmente chiamata Milano e, poi, ribattezzata Junior. I prezzi? Da 29.900 euro e la ricca versione lancio Speciale è già ordinabile a partire da 31.900 euro. (AlVolante)

Su altri giornali

LAZZATE – “Alfa Romeo cambia nome al suo modello: non più “Milano” ma “Junior”, a causa delle polemiche del Ministro Urso. Per me grave errore“. A parlare su questa vicenda di cui si parla molto in questi giorni sui media, è il sindaco di Lazzate, Andrea Monti, grande appassionato di motorismo. (Il Saronno)

Ecco una carrellata di esempi Dopo la polemica col governo, che non ha apprezzato l’idea di chiamare come la città lombarda una macchina prodotta in Polonia, l’azienda ha deciso di cambiare nome in Junior. (Sky Tg24 )

Supportare, a titolo gratuito, la Piccola Industria nella definizione delle proposte e delle iniziative per la crescita e lo sviluppo delle piccole e medie imprese. È questa la finalità del Comitato Scientifico Consultivo del Gruppo Piccola Industria di Unione Industriali Napoli presieduto da Guido Bourelly, insediatosi ieri, martedì 16 aprile, a Palazzo Partanna. (Impresa Italiana)

La nuova Alfa Romeo Milano cambia nome dopo la polemica con il governo: la prima compatta sportiva del Biscione si chiamerà Junior. (Nordest Economia)

Fanno discutere le linee e le forme della nuova Alfa Romeo Junior: il laterale è molto simile alle altre auto della piattaforma Cmp di Stellantis, mentre al frontale mancano elementi forti di richiamo alla tradizione del biscione. (La Gazzetta dello Sport)

– Il cambio del nome del suv da Milano in Junior da parte di Alfa Romeo “Credo che sia un segnale di piena collaborazione tra l’azienda e l’Italia”. “La tutela del lavoro e della produzione non é un obiettivo del governo ma dell’Italia, del nostro Paese – ha aggiunto – Noi siamo assolutamente convinti che si possano produrre auto belle e appetibili sul mercato globale come da tradizione del nostro Paese così come 20 anni fa eravamo assolutamente convinti che l’Italia potesse produrre cibo, abbigliamento e arredamento e diventare luogo dell’eccellenza”. (Agenzia askanews)