Fine vita, il governo impugna le delibere dell’Emilia Romagna

il manifesto INTERNO

Di adeguarsi alla sentenza «Cappato – Dj Fabo» con la quale la Corte costituzionale nel 2019 riconobbe il diritto di un malato terminale, in determinate condizioni, a porre fine alle proprie sofferenze con il suicidio medicalmente assistito, il governo Meloni proprio non ne vuole sapere. Così il 12 aprile scorso la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Salute hanno impugnato davanti al Tar dell’Emilia-Romagna, tramite l’avvocatura di Stato, le delibere con le quali la Regione ha tentato di riempire il vuoto normativo lasciato dal pronunciamento della Consulta. (il manifesto)

Ne parlano anche altre fonti

La Presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Salute hanno depositato al Tar dell’Emilia-Romagna un ricorso per chiedere l’annullamento delle delibere della Regione che rendono possibile il suicidio assistito. (Il Fatto Quotidiano)

“Si è passato il limite. Non solo si negano i diritti delle persone riconosciuti dalla Corte costituzionale, ma si fa battaglia politica sulla pelle di pazienti che si trovano in condizioni drammatiche. (24Emilia)

Completate le Commissioni di valutazione di Area Vasta, composte da medici e specialisti che avranno il compito di accertare i presupposti clinici e personali delle richieste di fine vita. Il collegio ha un ruolo fondamentale nell’iter previsto dalla delibera sul suicidio medicalmente assistito della Giunta dell’Emilia Romagna che recepisce la sentenza della Corte Costituzionale (n. (il Resto del Carlino)

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Cappato, il governo sostiene che il fine vita non può essere una competenza in capo alle Regioni. «Il ricorso del governo è corrispondente alle dichiarazioni che fanno da mesi», dice senza sorpresa. (Corriere)

Contro la Regione guidata da Stefano Bonaccini il governo, con la presidenza del Consiglio e il ministero della Salute, ha presentato un ricorso al Tar per bloccare le delibere della Giunta che individuavano, fra le altre cose, le linee guida per le aziende sanitarie locali, con iter e tempi per le eventuali richieste di suicidio medicalmente assistito. (Il Sole 24 ORE)