Il viaggio di Michel Ivo Ceresoli: «Sono italiano ma costretto a sbarcare a Lampedusa come un migrante clandestino»

Corriere INTERNO

Da cittadino italiano a tutti gli effetti a migrante clandestino, pur di raggiungere il nostro Paese. Michel Ivo Ceresoli, nato 34 anni fa in Guinea Conakry, dall'unione tra un italiano e una giovane donna guineana, ce l'ha fatta: da pochi giorni è riuscito a concretizzare il suo sogno di possedere e mostrare con orgoglio la carta d'identità che attesta la sua «nazionalità italiana». In Calabria Michel è arrivato, via Lampedusa, dopo un viaggio avventuroso e non privo di pericoli. (Corriere)

La notizia riportata su altri media

Non usa mezzi termini Michel Ivo Ceresoli, l’uomo di 34 anni nato in Guinea da padre italiano e da donna originaria del posto, per descrivere lo strazio che gli ha causato questa notizia. Invece, avrei avuto la possibilità di incontrare mio padre ancora in vita». (Corriere)

Prima gli italiani Ma per misurare le capacità dei nostri legulei e dei burocrati che poi devono applicare le norme basta questa meravigliosa storia che è venuta a galla contemporaneamente al successo parlamentare di questi giorni. (GLI STATI GENERALI)

Buffalo Soldiers è il soprannome conferito originariamente ai membri del 10º Reggimento di Cavalleria dell'Esercito degli Stati Uniti dalle tribù dei Nativi Americani contro cui combattevano. Il reggimento fu creato il 21 settembre 1866 a Fort Leavenworth, Kansas. (Il Giornale d'Italia)

“Said he was a Buffalo Soldier / Win the war for America” (Bob Marley) (Il Giornale d'Italia)

Come scrive la Gazzetta di Modena, l'uomo era originario di Ceresola, borgo della frazione di Farneta di Montefiorino di cui portava anche il nome, e "faceva parte di una famiglia numerosa che tra gli anni ’80 e ’90 lasciò la montagna per lavoro. (Il Crotonese)

MODENA – Non potrà più incontrarlo, non potranno parlare un’ultima volta, non potrà più chiedergli perché lo ha abbandonato, insieme alla madre e al fratello minore, partendo dall’Africa per non tornarci più. (La Repubblica)