Aborto, la destra all’attacco della legge 194: via libera alle associazioni Pro vita nei consultori. Pd e M5s: “Offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione”

la Repubblica INTERNO

I Pro-life nei consultori, cioè dentro alle strutture sanitarie dove viene fatto il maggior numero di certificazioni per l’interruzione volontaria di gravidanza. Il centrodestra prova ancora una volta a forzare la mano sul tema dell’aborto, questa volta con un emendamento al Pnrr approvato in commissione Bilancio che andrà in votazione alla Camera. Cosa dice l’emendamento Le Regioni, dice la nuov… (la Repubblica)

La notizia riportata su altri media

I diritti non si ribaltano in una notte. Nemmeno quando la Corte Suprema americana ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade, eliminando cinquant’anni di tutela del diritto di aborto negli Stati Uniti, è successo all’improvviso. (Fanpage.it)

“Non abbiamo nessuna intenzione di entrare nei consultori, perché il nostro ambito di azione è la sensibilizzazione pubblica e l’influenza politica con campagne nazionali. (Adnkronos)

"Si tratta di un emendamento fuffa perché non fa che ribadire quello che è già garantito dall'articolo 2 della legge 194. Non aggiunge e non cambia assolutamente nulla. (L'HuffPost)

Se l'Europa ha appena approvato la risoluzione per inserire l’aborto tra i diritti fondamentali dell’Ue, il Governo italiano ha deciso di remare nella direzione contraria e ha pensato di rafforzare la presenza delle organizzazioni antiabortiste nei consultori. (Io Donna)

Anche l’Anpi insorge dopo il blitz in Parlamento della maggioranza sull’aborto. “Invece di finanziare i consultori per dotarli di personale e strumenti finalizzati all’informazione, alla prevenzione e alla tutela della salute delle donne, riprovano a riaprire le porte ai pro-life, alle associazioni antiabortiste. (LAPRESSE)

È quanto prevede un emendamento al decreto legge Pnrr su cui il governo ha messo la fiducia. Le Regioni, nell'organizzare i servizi dei consultori, possono “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”. (Luce)