Jennifer Guerra, "censurata come Scurati": altro caso dalla Bortone

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E tre. Spunta un'altra "censurata" a Che sarà, il programma di Rai 3 condotto da Serena Bortone: si chiama Jennifer Guerra, pure lei scrittrice, che si aggiunge al più famoso collega Antonio Scurati (il caso più fresco, sabato scorso) e a Nadia Terranova. L'autore della trilogia su Mussolini avrebbe dovuto leggere un suo intervento sul 25 aprile (costo: 1.800 euro per un minuto, e secondo viale Mazzini sarebbe saltato proprio per questioni economiche). (Liberoquotidiano.it)

Su altre fonti

A dirlo in un’intervista al Corriere è il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti, commentando il caso sollevato dalla conduttrice per la cancellazione dal suo programma – Chesarà…, in onda sabato sera su Rai 3 – di un monologo sull’antifascismo di Antonio Scurati, in cui lo scrittore premio Strega criticava Giorgia Meloni e il suo governo. (Il Fatto Quotidiano)

Lo stop all’intervento sul 25 aprile dello scrittore Antonio Scurati sulla Rai è diventato un caso politico. L’intervento, ora pubblicato da tutti i giornali, si apre con la ricostruzione del delitto Matteotti. (La Voce di Rovigo)

Un Paese forte della sua democrazia non dovrebbe mai temere le opinioni degli scrittori, qualunque esse siano”. Lo ha dichiarato il presidente di AIE Innocenzo Cipolletta in merito al dibattito che si sta sviluppando intorno alla cancellazione del monologo dello scrittore Antonio Scurati sul 25 aprile che sarebbe dovuto andare in onda su Rai3. (Primaonline)

Nel giorno della sua audizione dall’ad Roberto Sergio e con le voci di un procedimento disciplinare a suo carico, è ora Serena Bortone a finire sotto tiro. Il capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti la invita alle dimissioni. (la Repubblica)

Un modo peggiore di questo di aprire la campagna elettorale era difficile da immaginare. Non solo il caso Scurati (che ieri ha detto in sostanza di temere per la sua vita) farà da leitmotiv per accusare le destre delle peggiori nefandezze, ma per quanto riguarda la televisione di Stato ha fatto esplodere una situazione già in ebollizione. (ilGiornale.it)

L’occasione era scivolosa, per questo governo che suda freddo ogni volta che deve dichiararsi «antifascista» – e non lo fa mai, vuoi per convinzione o vuoi per non perdere quella fetta di elettorato nostalgico che il suo finora l’ha fatto. (Rolling Stone Italia)