Vino “no alcol”: l’Oltrepo resta prudente

La Provincia Pavese INTERNO

Verona. Vino no alcol? «Vediamo quale sarà la tendenza, ma non demonizziamo il vino e preserviamo le nostre tradizioni». Al Vinitaly 2024, che si è chiuso ieri, il tema della dealcolazione del vino, per la messa in commercio di prodotti che piacciono soprattutto ai mercati del Nord Europa, è stato tra i più trattati. Per i vignaioli oltrepadani, è un argomento da prendere con le pinze, tra totalmente contrari, dubbiosi e possibilisti solo per fermare la sovrapproduzione e aprirsi a nuovi mercati, «ma le nostre denominazioni non si toccano». (La Provincia Pavese)

Ne parlano anche altri media

Un bilancio positivo, ma anche un Vinitaly che guarda sempre di più al business, all'estero, e ai giovani e anche, in futuro, a uno spazio dedicato a un trend in ascesa: i prodotti no e low alcol. (Gambero Rosso)

Ministro Lollobrigida, glie lo si chiede per cortesia ora: la smetta di parlare di vino dealcolato. O meglio, smetta di parlarne come fosse un demonio, una cosa sbagliata, una mostruosità. (Dissapore)

Ai giovani piace, la Generazione Z pare sia pronta a farne un suo simbolo, il mercato potenziale è importante e in Italia le resistenze al vino dealcolato lo sono altrettanto. (Tiscali)

Fenomeno de-alcolati, bevande zuccherine da non chiamare vino. Il mercato li apprezza e in Trentino ci sono avanguardie interessanti (il Dolomiti)

Video di Davide Cavalleri Intervista di Lara Loreti (Repubblica TV)

Come anticipato, sul tavolo di Verona c’erano una manciata di temi che hanno finito per compattare il sistema, lasciando da parte una serie di contrasti, come quello sempre più labile tra piccoli vignaioli e grandi cantine. (Gambero Rosso)