Il giornalista della bufala dell'ucraino arrestato per la strage di Mosca: «Kiev è coinvolta, ci sono le prove»

Open ESTERI

Amedeo Avondet è un 23enne giornalista torinese con un passato in Fratelli d’Italia. A lui si attribuisce lo scoop de Il Corrispondente, che è stato indicato come colui che ha dato per primo la notizia di un disertore russo ucciso in circostanze misteriose in Spagna. E proprio ieri sul suo canale Telegram Italia Unita ha diffuso la falsa notizia di un cittadino arrestato per la strage al Crocus City Hall di Krasnogorsk vicino Mosca. (Open)

Se ne è parlato anche su altre testate

Si vedono ovunque account fasulli, generati in maniera automatizzata per spargere falsità su un determinato argomento. Ci sono quelli che ci credono davvero, e sono una piccola minoranza. (ilGiornale.it)

L’attentato terroristico che ha tragicamente colpito la popolazione di Mosca è stato subito riprogrammato dagli strateghi digitali del Cremlino come un’opportunità per intensificare la pressione sull’Ucraina, e soprattutto per scompaginare le fila dell’opinione pubblica dei paesi europei, alle prese con difficili decisioni sull’appoggio alla resistenza di Kiev (L'HuffPost)

Lo scrittore riconosce che “le ambasciate statunitense e britannica l’otto marzo hanno condiviso un avvertimento ai loro cittadini che si trovavano in Russia, dicendo di non frequentare luoghi pubblici per probabile pericolo di terrorismo” quindi per lui c’è di mezzo un “probabile coinvolgimento della Cia, di oligarchia anglosassone e per questo attentato terroristico si dice che è molto probabile che dietro ci siano le solite forze che cercano di mettere in difficoltà la Russia”. (LA NOTIZIA)

Dopo l'attentato a Mosca rivendicato dall'Isis, circolano deepfake e foto decontestualizzate che mirano a dimostrare la tesi promossa dalla Russia secondo cui Ucraina e paesi occidentali sarebbero coinvolti nell’attentato (Sky Tg24 )

Prendete l'intervista che Evgenij Minchenko, docente universitario e consulente politico di Putin, ha rilasciato al Corriere all'indomani dell'attentato. È una scelta saggia dare voce, da parte dei media, a qualsiasi punto di vista? L'attentato al Crocus City Hall di Mosca dà l'occasione per riproporre questa domanda, che cammina su un delicato equilibrio tra la libertà di espressione di qualunque idea e la difesa dalla propaganda straniera, soprattutto se "nemica". (Today.it)

Una rete di centinaia di profili fake partita poche ore dopo l’attentato ha rilanciato la pista ucraina per il massacro del Crocus. (la Repubblica)