Danone cambia il ceo, ma per i fondi attivisti è solo una mezza vittoria

Il Sole 24 ORE ECONOMIA

L’ultimo caso emblematico è quello della Danone, colosso dell’alimentare che nel 2020 ha visto contrarre ricavi e margini reddituali facendo scattare la richiesta di alcuni investitori di un cambio di strategia e di un nuovo top management.

Danone cambia il ceo, ma per i fondi attivisti è solo una mezza vittoria BlueBell e Artisan ottengono il ricambio al vertice ma non un cambio di strategia.

Faber resta presidente, ha la maggioranza del cda e sceglierà il suo successore. (Il Sole 24 ORE)

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Nella divisione delle acque minerali durante la pandemia Danone ha perso un quinto dei suoi ricavi, dimezzato l'utile operativo, registrando una sottoperformance del 3% rispetto a Nestlé. inisce in una soluzione di compromesso, che lascia l'amaro in bocca agli investitori, la battaglia dei fondi attivisti contro Danone. (la Repubblica)

Il suo Bluebell Capital, azionista di minoranza di Danone, ha chiesto in novembre che l’incarico di Ceo venisse sdoppiato in presidente e amministratore delegato e che Faber fosse escluso da entrambi. In quell’occasione Faber aveva detto agli azionisti che avevano «buttato giù la statua di Milton Friedman», economista simbolo dell’ultraliberismo. (La Stampa)