Schiavone trasferito “ufficialmente” per una malattia, invece era un modo per prepararsi alla collaborazione

Gazzetta del Sud INTERNO

La gravità della malattia era un modo per far passare il suo trasferimento inosservato. Far credere all’esterno che Francesco Schiavone , detto Sandokan , avesse bisogno di cure particolari tanto da lasciare la sua cella nel carcere di Opera, a Milano, per andare in quello dell’Aquila, dove era stato assistito Matteo Messina Denaro morto per tumore, era un espediente, così come confermato fonti investigative, per evitare che la voce del suo pentimento circolasse in fretta in ambienti della camorra (Gazzetta del Sud)

Se ne è parlato anche su altri media

Ora Francesco “Sandokan”, così soprannominato per i capelli lunghi e la presunta somiglianza con l’attore Kabir Bedi (ma lui ha sempre odiato il paragone), si è pentito davvero. Complice forse la malattia al tumore che da tempo lo affligge, si è pentito il fondatore della cosca che ha ridisegnato la mappa criminale del clan dei Casalesi e scritto la storia della Camorra lasciandosi dietro una lunga scia di sangue nell’agro aversano tra gli anni ’80 e ’90. (TERRANOSTRA | NEWS)

A 70 anni, 26 anni dopo la sua cattura in un bunker a Casal di Principe dove era con la moglie Giuseppina Nappa e le figlie, il capo dei Casalesi, Francesco Schiavone, noto con il soprannome di Sandokan, ha iniziato a collaborare con la giustizia. (il Fatto Nisseno)

A far discutere oggi è un post sulla scuola. Francesco Schiavone, noto come "Sandokan", collaborerà con la giustizia. (Repubblica TV)

Francesco Sandokan Schiavone ha «condannato a morte» Roberto Saviano, Rosaria Capacchione e in ultimo Marilena Natale. Il boss di Casapesenna Michele Zagaria, invece, Sandro Ruotolo. (Corriere)

E secondo Federico Cafiero de Raho l'avvio della collaborazione con la giustizia del boss Francesco Schiavone è "certamente un evento di grandissima importanza, perché Schiavone è stato il capo del clan dei casalesi, un irriducibile". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Roberto Saviano, grande conoscitore del mondo affaristico e criminale della camorra, che ha raccontato prima di tutto nel celebre romanzo "Gomorra", commenta sui social la notizia del pentimento di Francesco Schiavone, detto Sandokan, ricordando che nel 2010, dopo l'arresto del primo figlio, lo invitò a collaborare con la giustizia. (Il Messaggero Veneto)