Lo spiegone di Dario Fabbri: «Ucraina e Israele: vi dico quale guerra finirà prima»

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Per la prima volta all'Onu è passata la risoluzione sul cessate il fuoco, con gli Stati Uniti che si sono astenuti, non bloccandola come finora avevano fatto. Che cosa succede adesso Tra Usa e Israele e che cosa succederà a Gaza? «Israele perde la sua prima copertura diplomatica, che non è una copertura banale. È un messaggio molto forte quello che arriva in Israele da parte americana, dopo i vari tentativi, più o meno dietro le quinte, da parte dell'amministrazione Biden, di invitare prima alla cautela, poi di interrompere la controffensiva su Gaza: il governo Netanyhau non può ignorare questa esternazione pubblica plateale, e molto secca, nei confronti di Israele. (Vanity Fair Italia)

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I grandi d'Europa tentennano, rinviano decisioni cruciali a tempi migliori perché fra tre mesi ci saranno le elezioni e in questo momento nessuno vuole dire chiaramente all'opinione pubblica che la ricerca della pace non può che passare da un aumento delle spese militari. (ilGiornale.it)

Tuttavia, ci sono momenti in cui non possiamo e dobbiamo accontentarci, come quando la nostra sicurezza nazionale viene minacciata. Sentirete alcuni politici che, quando sorgono problemi, prenderanno le distanze da questo concetto pragmatico e li vedrete promuovere l’idea che dovremmo puntare ad un compromesso, anche al ribasso se necessario, pur di superare una determinata crisi. (L'Opinione delle Libertà)

Sul fronte opposto, nonostante gli enormi sforzi occidentali, l’Ucraina è entrata in uno stato precomatoso sul piano militare e politico. Il gelido spettro della sconfitta si sta insinuando in profondità non solo nei palazzi del potere di Bankova, ma anche tra le truppe di prima linea ormai esauste per le perdite subite e sempre più a corto di armi e munizioni. (La Pressa)

Senza gli Stati Uniti, l’Europa occidentale non sarebbe assolutamente in grado di fare la guerra alla Russia, per almeno tre motivi. Primo. L’Italia ha un esercito di circa 90 mila uomini, in linea con quello spagnolo e quello francese (che ha in più 25 mila riservisti). (Corriere della Sera)

Ilfattoquotidiano.it ha chiesto a due sondaggisti – Antonio Noto e Roberto Weber – quali effetti può avere sui cittadini la prospettiva di una “preparazione militare-civile rafforzata”, messa per iscritto dai 27 Stati membri nelle conclusioni del Consiglio Ue (Il Fatto Quotidiano)