L'analisi / Se la sinistra rinuncia al riformismo

ilmessaggero.it INTERNO

Il Pd si può ancora definire un partito riformista? Nel partito di Elly Schlein circola ormai con insistenza tale decisiva domanda. Essa cova da tempo nelle file di quel partito (fin dalla elezione della nuova segretaria) ma è deflagrata negli ultimi giorni quando la Schlein ha dichiarato di aderire al referendum della Cgil per abolire il Jobs Act. Si sa che l’archiviazione dell’esperienza di Matteo Renzi fa parte della “nouvelle vague” dei dirigenti dem: ma perché schierarsi apertamente contro uno dei pochi fiori all’occhiello del riformismo di sinistra che ha reso più moderno il nostro mercato del lavoro? Non ci si accorge che, così facendo, non si condanna alla “damnatio memoriae” solo Renzi ma anche ogni strategia modernizzatrice del sistema? Purtroppo non si tratta solo di un episodio. (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altri giornali

Giovedì 9 maggio partirà la raccolta di firme per i referendum proposti dalla Cgil a Sarzana. Il banchetto sarà operativo dalle 9 alle 12.30 in via Mazzini davanti alla cattedrale di Santa Maria Assunta. (CittaDellaSpezia)

Maurizio Landini schiera tutta la Cgil per raccogliere le firme per abolire il Jobs Act, la segretaria Pd Elly Schlein gli va dietro firmando a un banchetto del sindacato. (L'HuffPost)

Una firma che giudica "coerente" con la storia politica della segretaria, come le riconosce Giorgio Gori, e in (Secolo d'Italia)

Nella rubrica «Palomar» il commento sulle divergenze interne al Pd sulla firma al referendum sul Jobs Act. (Corriere TV)

Ma quale partito a vocazione maggioritaria, in grado di unire la tradizione del cattolicesimo democratico con l'eredità dei post-comunisti. Poi i simboli e la guerra. (ilGiornale.it)

Fine della reintegra sul posto di lavoro previsto dall’articolo 18 del vecchio Statuto dei lavoratori, sostituita dall’indennizzo economico «a tutele crescenti» a seconda dell’anzianità professionale. (Il Sole 24 ORE)