Pnrr, alle organizzazioni pro-life parte dei fondi destinati alla Sanità

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Un emendamento al Pnrr autorizza le Regioni ad usare per le organizzazioni pro-life una parte dei fondi destinati alla Sanità. a pochi giorni dalla risoluzione votata a Bruxelles per inserire l’aborto tra i diritti fondamentali dell’Ue e per vietare i finanziamenti ai «gruppi anti-genere e anti-scelta», la destra italiana ha pensato bene di rafforzare la mistificazione con la quale da anni le organizzazioni antiabortiste si presentano come formazioni sociali di base a supporto delle donne madri. (Avanti Online)

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In fondo era soltanto questione di tempo e l’attacco del Governo alla legge 194 è diventato palese, evidente, frontale. Smentendo così i proclami di inizio legislatura con i quali la premier Meloni e la ministra Roccella affermavano: “Basta bugie, non toccheremo la legge sull’aborto”. (la Repubblica)

Come era prevedibile, l’emendamento, voluto da Fratelli d’Italia, al decreto legge che mette in atto il Pnrr e che prevede l’ingresso delle associazioni pro-vita (o pro-life) nei consultori pubblici fa discutere e non solo dentro Parlamento. (Corriere)

Il senatore Pd: "Non accettiamo di diventare come Orban” (LAPRESSE)

Gli attacchi alla 194 sono continui da tempo, non bisogna mai dare i diritti acquisiti per scontati" lo ha detto la deputata di Avs Ghirra, a margine del sit in tenutosi davanti a Palazzo Montecitorio per protestare contro l'emendamento al Pnrr che permette l'ingresso delle associazioni pro vita nei consultori. (Tiscali Notizie)

Costringere la donna che vuole ricorrere all’interruzione di gravidanza a mettersi in lista d’attesa o peggio ancora a mettersi in viaggio per un’altra città o regione a causa della presenza medici obiettori. (La Stampa)

Mentre il Parlamento europeo, preoccupato da quanto avviene in molti Stati membri, tra cui l’Italia, e ispirato dall’espressa introduzione nella Costituzione francese, approva la Risoluzione per l’Inclusione del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, il nostro governo esprime tutta la sua distanza dai valori comuni europei con un nuovo attacco all’autonomia riproduttiva delle donne. (il manifesto)