Craig Wright ha vinto il processo che gli assegna 1,1 milioni dei primi Bitcoin mai creati. È lui Satoshi Nakamoto?

DDay.it - Digital Day ECONOMIA

Indagini condotte già nel 2015 da Wired e Gizmodo avevano prima indicato e poi smentito l'identità di Wright come l'uomo dietro Satoshi Nakamoto.

Craig Steven Wright ha vinto una causa contro gli eredi del suo ex collaboratore David Kleiman, sulla proprietà di un pacchetto di 1,1 milioni di Bitcoin ritenuto essere strettamente legato a Satoshi Nakamoto e tra i primissimi Bitcoin mai minati.

Già nel 2016 Craig Steven Wright aveva dichiarato di essere Satoshi Nakamoto, ma erano rimasti dei dubbi. (DDay.it - Digital Day)

Ne parlano anche altre testate

Il fratello di quest’ultimo, Ira Kleiman, per anni ha sostenuto che David e Wright fossero entrambi i co-fondatori di Bitcoin. Gli avvocati di Wright hanno ammesso più volte che David Kleiman e Wright erano amici e hanno collaborato al lavoro insieme. (Tech Princess)

Ma, nonostante l'ordine della giuria, Wright sembrava rivendicare una vittoria totale - e anche una rivendicazione. Wright ha detto che non ha intenzione di appellarsi al verdetto, ed ha dichiarato:. "Non sono mai stato così sollevato in vita mia. (Cryptonews Italy)

Entrambe le parti sostengono che Wright sia Satoshi, tuttavia sono in disaccordo sulla proprietà di 1,1 milioni di Bitcoin (BTC) estratti all'epoca Il giudice Beth Bloom ha emesso un'accusa Allen che obbliga la giuria a continuare a deliberare fino a raggiungere un verdetto. (Cointelegraph Italia)

Tornando al processo: la famiglia dell'ex-socio e amico di Wright, David Kleiman, deceduto nel 2013 cercava di ottenere metà di quegli 1.1 milioni di Bitcoin affermando che Kleiman era stato co-creatore dell'e-conio. (Ticinonline)

La giuria ha assegnato a Wright $ 100 milioni in diritti di proprietà intellettuale a W&K Information Defense Research LLC, una joint venture tra uomini, concludendo che Wright non era responsabile della frode. (Cuore Blucerchiato)

L’informatico australiano Craig Wright si è dovuto difendere da una causa mossa dagli eredi di David Kleiman, suo vecchio amico e collaboratore con cui avrebbe creato i famosi Bitcoin, nascondendosi sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. (Computer Magazine)