Le autorità cinesi ordinano ad Apple la rimozione di WhatsApp, Telegram e altre app

Le autorità cinesi ordinano ad Apple la rimozione di WhatsApp, Telegram e altre app
Lega Nerd ECONOMIA

Nell’ambito della comunicazione digitale, la Cina ha compiuto un passo importante che rispecchia la sua rigida politica di controllo su Internet. Recentemente, il governo cinese ha ordinato ad Apple di rimuovere dal proprio App Store alcune app di messaggistica molto popolari, tra cui WhatsApp, Threads di Meta, Telegram e Signal. Queste applicazioni sono note per … (Lega Nerd)

La notizia riportata su altri media

In una nota Apple ha ufficializzato quanto accaduto: “La Cyberspace Administration of China ha ordinato la rimozione di queste app dallo store cinese sulla base dei timori per la sicurezza nazionale. Redazione Modifica articolo (Culture)

Mentre a Washington nel weekend la Camera Usa si prepara a fare un ulteriore passo in avanti su TikTok (vendita da parte della sua società madre, la cinese ByteDance, o in caso contrario bando dell’applicazione negli Stati Uniti), Pechino ordina a Apple la rimozione di WhatsApp e Threads - di proprietà di Meta - dal suo App Store in Cina per ragioni di sicurezza nazionale. (la Repubblica)

Secondo quanto riportato da Reuters, Apple ha annunciato la rimozione di WhatsApp e Threads, app di messaggistica di Meta Platforms, dal suo App Store in Cina a seguito di un ordine del governo cinese (Lega Nerd)

Apple rimuove WhatsApp e Threads dall'App Store cinese: si intensifica la stretta governativa

Il Wall Street Journal nelle scorse ore ha battuto una notizia che, sotto certi aspetti, lascia sconcertati: Apple ha rimosso WhatsApp e Threads dalla versione cinese dell'App Store su ordine del governo cinese. (Geopop)

La società di Cupertino ha confermato di aver ritirato le due app – entrambe di proprietà di Meta, proprietario anche di Facebook – su istruzione della Cyberspace Administration of China, che regola e censura Internet e i contenuti online altamente limitati in Cina. (Trash Italiano)

Non è un commento così raro da trovare sui social cinesi, in previsione di quanto potrebbe accadere oggi alla Camera Usa, chiamata ad approvare una legge che apre la strada alla messa al bando della popolarissima app di video brevi. (il manifesto)