Pfizer e BioNTech indagano sui decessi associati al vaccino in Norvegia

Corriere del Ticino INTERNO

Pfizer e BioNTech stanno lavorando con l’agenzia del farmaco norvegese per indagare sui decessi di persone anziane associati alla vaccinazione anti-Covid.

Le reazioni allergiche ai vaccini - rileva ancora Bloomberg - sono state finora rare.

Rispetto ai 23 decessi in Norvegia, registrati dall’agenzia del farmaco locale tra persone anziane e fragili e «associati alla vaccinazione anti-Covid», su 13 i risultati dell’autopsia suggeriscono che gli effetti collaterali comuni possano aver contribuito a gravi reazioni in persone fragili e anziane. (Corriere del Ticino)

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2 ' di lettura. Una reazione avversa alla prima dose del vaccino Pfizer potrebbe aver provocato la morte di 23 anziani in Norvegia. Valutare se vaccinare anziani con aspettativa di vita breve. «Per i pazienti più gravi – ha evidenziato l’Istituto – anche gli effetti collaterali relativamente lievi del vaccino possono avere gravi conseguenze». (The Wam)

Infatti un’infermiera brasiliana di 45 anni ha contratto questa nuova variante, dopo essere già guarita dal Covid. Intanto una nuova variante del virus preoccupa gli esperti. (Leggilo.org)

Il contenuto dei documenti secondo Report. Secondo Report, i funzionari Ema avrebbero più volte sollecitato Pfizer a fornire spiegazioni sulle discrepanze riscontrate. Smentendo, però, che questo possa avere a che fare con i ritardi di questi giorni e anzi insistendo sul fatto che i documenti emersi potrebbero essere stati manipolati. (BlogLive.it)

Sono 48.970 gli operatori sanitari pugliesi vaccinati, va a rilento invece la campagna vaccinale nelle Rsa e Rssa: solamente 2.894 le somministrazioni, rispetto ad una potenziale platea di 22mila persone circa, tra anziani e dipendenti. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Questo potrebbe essere ciò che ha comportato un rallentamento della produzione. Al contrario, i dati sui lotti prodotti nelle linee di produzione hanno rivelato percentuali inferiori, in media 59%”. (Inews24)

Secondo i documenti ritrovati nel dark web “i vaccini utilizzati negli studi clinici avevano tra il 69% e l'81% di Rna "intatto". Al contrario, i dati sui lotti prodotti nelle linee di produzione hanno rivelato percentuali inferiori, in media 59%. (RAI - Radiotelevisione Italiana)