iPhone, come possono cambiare con la causa contro Apple

Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha messo nel mirino il presunto monopolio di Apple sugli smartphone con una nuova causa antitrust. L'accusa è che il colosso ostacoli l'innovazione, tagli fuori la concorrenza e blocchi di fatto i clienti all'interno del suo “giardino recintato”, come viene chiamato l'ecosistema chiuso dell'azienda. Siamo insomma all'inizio di quella che promette di essere una lunga battaglia legale. (WIRED Italia)

Se ne è parlato anche su altre testate

Phil Schiller, l’ex chief marketing officer di Apple, è in questo momento il dirigente di Cupertino che più di altri appare l’ardente difensore d’ufficio dell’ecosistema della Mela, l’uomo dei piani alti chiamato a mettere la faccia contro la causa intentata dal Dipartimento di Giustizia statunitense, quello che dovrà perorare la visione dell’azienda che permette agli utenti di lavorare su più dispositivi senza soluzione di continuità, consapevoli di conto di funzionalità di sicurezza e privacy intrinseche nei suoi sistemi operativi, che anche per questo scelgono dispositivi Apple. (macitynet.it)

"Penso a Silvio Berlusconi, leader e imprenditore che avrebbe amministrato l'Italia bene come aveva fatto con le sue aziende. Ora c'e' una immagine nuova, quella di una leader mamma. (L'HuffPost)

La posta in gioco è alta per l’intero settore: si creerebbe il precedente pericoloso del potere che interviene nella progettazione tecnologica (Milano Finanza)

Il problema è a monte: i regolatori sono troppo spesso ammanicati con le grandi aziende. Legati a doppio filo con gli interessi delle aziende che dovrebbero controllare. (Corriere TV)

Con l’App Store e l’ecosistema delle app che stanno subendo importanti cambiamenti nell’Unione europea, il Wall Street Journal ha condiviso un importante approfondimento sul capo dell’‌App Store‌ Phil Schiller. (iPhone Italia)

Apple «ha mantenuto il suo potere, non grazie alla sua superiorità, ma al suo comportamento illegittimo di esclusione» della concorrenza. (Corriere della Sera)