Chi parla di “antisemitismo” non sa cosa sia l'Università

Chi parla di “antisemitismo” non sa cosa sia l'Università
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ROARS ESTERI

Le rassegna stampa delle scorse settimane pongono una questione non marginale: anche al netto della propaganda e della malafede di non pochi giornalisti, ciò che colpisce è la pressoché universale ignoranza circa la natura stessa dell’università. Intendiamoci, la colpa di questa eclissi è in gran parte dei professori stessi, che si sono piegati ad accettare la condizione tanto lucidamente descritta da Filippomaria Pontani: l’università ha così spesso e così tanto rinunciato a difendere la propria libertà, che quando oggi timidamente la rivendica quasi nessuno capisce di cosa si stia parlando. (ROARS)

Se ne è parlato anche su altri media

“C’è stata una campagna di disumanizzazione che ha portato alla notte dei cristalli, non è venuta da nulla”. Così Roberta Vital, vicepresidente dell’ADEI Wizo Milano ha richiamato l’importanza di riconoscere i segnali premonitori di persecuzione degli ebrei, sottolineando come ogni pogrom sia stato preceduto da una campagna di demonizzazione e boicottaggio. (Mosaico-cem.it)

Alcuni coraggiosi atenei hanno resistito, altri hanno capitolato Queste manifestazioni sono ignoranti, portate avanti da ignoranti e sono spesso dibattute in modo ignorante Ignoranza numero 1. Il bando è scaduto ad aprile, ma le manifestazioni continuano. (Corriere della Sera)

Israele è “Stato canaglia”, ma l’antisemitismo resta un orrore

Se Israele non fosse Israele, la sua reputazione nel mondo sarebbe migliore o peggiore? Cioè se non fosse lo “Stato ebraico” nato tre anni dopo la Shoah, paradigma irraggiungibile (si spera) della malvagità umana, ci sarebbe più o meno tolleranza nelle opinioni pubbliche e nei governi, in particolare in Occidente, per il fatto che da sessant’anni occupa territori illegalmente, li colonizza con insediamenti anch’essi del tutto abusivi di ebrei israeliani, impedisce a milioni di palestinesi che ci vivono qualunque possibilità di autogoverno, per le sistematiche discriminazioni in termini di diritti che colpiscono circa 2 milioni (su 10) di suoi cittadini arabi, ora per i massacri che sta compiendo a Gaza? La risposta, credo, non può che essere contraddittoria. (il manifesto)