First Republic: rating S&P diventa ancora più junk, ‘depositi da $30 mld rischiano di non bastare’

Borse.it ECONOMIA

First Republic: rating S&P diventa ancora più junk, ‘depositi da $30 mld rischiano di non bastare’ L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha tagliato ulteriormente a junk (spazzatura) il rating sul debito di First Republic, la banca regionale Usa che molti operatori di mercato vedono come il prossimo tassello del domino a cadere dopo il crac di Silicon Valley Bank (SVB) e di Signature Bank. Secondo S&P, i depositi del valore di $30 miliardi iniettati dalle 11 principali banche Usa nelle casse di First Republic potrebbero non essere sufficienti a risolvere i problemi di liquidità dell’istituto. (Borse.it)

La notizia riportata su altri giornali

. Il piano a cui si sta lavorando, riporta il Wall Street Journal, è quello di convertire in capitale tutti o parte dei 30 miliardi di dollari in depositi già accordati a First Republic dalle 11 maggiori banche americane. (Alto Adige)

Il Dow Jones sale dell'1,05% a 32.578,92 punti, il Nasdaq avanza dello 0,88% a 11.779,63 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,96% a 3.990,48 punti. I titoli della banca salgono del 33%. (Trentino)

Street, dove perde il 26%. I titoli della banca erano stati in precedenza sospesi e poi riammessi in un'altra giornata (RagusaNews)

La notizia relativa alla fusione tra Ubs e Credit Suisse mette sotto pressione i titoli delle banche europee e Usa, senza provocare tuttavia un sell off sui mercati. (Finanzaonline.com)

Le vendite di oggi arrivano in seguito al secondo downgrade nel giro di quattro giorni da parte di S&P 500 global che ieri ha ulteriormente tagliato il suo rating creditizio nei confronti di First Republic, portandolo allo “status di spazzatura” (“junk”). (Finanzaonline.com)

Rischiano di essere insufficienti sia il generoso intervento delle autorità americane per salvare i depositanti di Silicon Valley Bank e Signature Bank sia il prestito di 30 miliardi fatto da un pool di banche alla First Republic Bank: ecco perché (Corriere della Sera)