Alitalia, chiesta cassa integrazione per quasi 4mila lavoratori anche “per l’emergenza…

Il Fatto Quotidiano ECONOMIA

“Respingiamo ogni ipotesi di cassa integrazione per circa 4 mila lavoratori”, ha avvertito il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito definendo questi numeri “assolutamente inaccettabili e immotivati nonostante il coronavirus”.

L’attuale cassa integrazione, che scade il 23 marzo, interessa complessivamente 1.020 persone.

Contrattaccano i sindacati, che definiscono i numeri della procedura "assolutamente inaccettabili e immotivati" e confermano lo sciopero. (Il Fatto Quotidiano)

Su altri giornali

Mancano tappi, bancali, etichette e preforme. A comunicarlo alle RSU è stata la stessa azienda che ha comunicato anche il ricorso alla cassa integrazione per le giornate di lunedì 2 marzo e martedì 3 marzo per tutti i dipendenti degli stabilimenti della Sangemini e dell’Amerino. (Terni in rete)

Il coronavirus sta causando pesanti problemi non solo alla popolazione allarmata ma anche alle aziende e al settore turistico italiano. Alitalia avrebbe chiesto altri sette mesi di cassa integrazione per 4 mila dipendenti, dal 24 marzo al 31 ottobre. (Investire Oggi)

L'azienda ha chiesto altri sette mesi di cigs, dal 24 marzo al 31 ottobre, per complessivi 3.960 dipendenti. Numeri che saranno comunque oggetto di trattativa. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Con la scusa del decreto sul coronavirus il governo dice sì alla cassa integrazione per 4.451 piloti e hostess. Ma all'orizzonte non c'è alcuna strategia di salvataggio. (La Verità)

Nel mondo del lavoro, non c’è solo la novità positiva delle aziende italiane che, finalmente, stanno scoprendo i vantaggi dello smart working. C’è l’Alitalia che prova ad approfittare del coronavirus per mettere in cassa integrazione ben 4 mila persone. (Il Fatto Quotidiano)

La Commissione Ue ha avviato un’indagine sul nuovo prestito ponte da 400 milioni per accertare se si tratta di aiuti di Stato. Tornando all’asta, come detto dovrebbe prevedere la vendita mediante spezzatino dei rami d’azienda oppure in un blocco unico. (Il Messaggero)