Coronavirus, volare a giugno è per ricchi. Ma da luglio la musica cambia: le tariffe calano grazie alla concorrenza delle low cost

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Da luglio, nei cieli tornano Ryanair e Easyjet. A luglio tornano a volare le low cost Ryanair e Easyjet che, almeno per il momento, hanno deciso di proporre biglietti a prezzi medio-bassi.

Da luglio, invece, la musica cambia grazie all’arrivo della concorrenza.

Cosa succederà a luglio. Ryanair. E allora cosa succederà a luglio?

Volare a Palermo a giugno, per esempio, costa 535 euro con Alitalia. (Open)

Ne parlano anche altre testate

Le persone imbarcate I voli Italia-Usa portano ad Alitalia circa mezzo miliardo di euro di ricavi, un sesto di quelli complessivi del vettore, e oltre cinque milioni di profitti netti, stando ai calcoli del Corriere. (Corriere della Sera)

Alitalia e alcuni esempi di offerte. Volare da Milano verso Palermo a giugno con Alitalia costerà un pochino. Il ritorno del 15 luglio in tariffa Value con partenza alle ore 6.30 ed arrivo alle ore 8.15 costerà 26,69 euro per un totale di 73,68 euro. (InvestireOggi.it)

Dal 1° luglio, partiranno infatti 1000 voli giornalieri, che collegheranno splendide destinazioni in tutto il continente. Vi diamo qualche consiglio: da Milano Malpensa potrete partire per Palma da appena 12,99 euro. (SiViaggia)

Ciò è vero soprattutto su giugno, mese in cui Alitalia volerà sola ed imporrà il proprio monopolio sulle tariffe di viaggio. Il monopolio di Alitalia cesserà a partire dai primi di luglio quando le low cost come Ryanair e EasyJet riprenderanno a volare. (Tecnoandroid)

Prima rotta a ripartire sarà quella su London Stansted, a partire dal 22 giugno, prima con due frequenze settimanali, poi con quattro, ad agosto con volo giornaliero. E ancora destinazioni in Grecia come Irakleio a Creta e Kalamata nel Peloponneso (rspettivamente bisettimanale e settimanale), sempre da inizio luglio (dal 3 e 5 luglio). (malpensanews.it)

A esultare per prime, dopo la liberatoria dell’ultim’ora, sono state Ryanair e le altre compagnie low cost, che invece avevano minacciato la serrata immediata se fosse diventata operativa la regola del “sedile vuoto” ogni tre. (La Nuova Sardegna)