Per il Ponte sullo Stretto 239 dubbi del ministero dell'Ambiente

NT+ Enti Locali & Edilizia INTERNO

Quarantadue pagine e 239 punti suddivisi tra procedure di Via, valutazione di incidenza, piano di utilizzo delle terre e verifiche di ottemperanza. Tutti termini tecnici per dire una cosa sola: il progetto del Ponte sullo Stretto va integrato con nuovi elementi di analisi necessari al lavoro della Commissione Via-Vas del Mase presieduta da Massimiliano Atelli. E che dovrà dare parere vincolante sull’impatto del progetto sull’ambiente. (NT+ Enti Locali & Edilizia)

La notizia riportata su altri media

“Ponte sullo Stretto: stop a nuovo ecomostro”. Sulla grande opera interviene il segretario regionale del Partito democratico, capogruppo nella Commissione trasporti della Camera, Anthony Barbagallo: “Il ponte sullo stretto è un’opera dispendiosa, non condivisa con le comunità locali su cui il governo ha messo in atto procedure poco chiare che gettano ombra anche sulle soluzioni tecniche proposte. (Tempo Stretto)

E stato reso noto, infatti, che la Commissione Tecnica Via-Vas (CTVia) ha richiesto, 239 integrazioni sul progetto, effettuando alcune osservazioni al ministero competente la sua costruzione. È quanto sta accadendo in queste ore per le comunicazioni che stanno intercorrendo tra il ministero dell'Ambiente e quello delle Infrastrutture per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. (ilGiornale.it)

«Non c’è nessuna pietra tombale, non c’è nessuno stop, anzi abbiamo fatto due passi avanti, non soltanto uno. Perché noi attualmente stiamo percorrendo due procedure in parallelo: la valutazione di impatto ambientale e la conferenza di servizi». (NT+ Enti Locali & Edilizia)

Troppi sono infatti gli errori commessi in questi dieci mesi, per molti dei quali in più occasioni abbiamo richiamato l’attenzione, che però sembrano non preoccupare assolutamente l’amministrazione”. (Frosinone News)

La Lombardia è la regione più colpita con 17 vittime, seguita da Lazio ed Emilia-Romagna, Campania e Sicilia. (Il Giornale d'Italia)

Tutti gli atti normativi devono essere filtrati alla luce dell’articolo 9 della Costituzione che tutela l’ambiente la biodiversità e gli ecosistemi e ci impone di non fare opere che cementifichino inutilmente e distruggano il patrimonio che dobbiamo preservare”. (CorrierediRagusa.it)