Obbligo Pec da ottobre, ecco le sanzioni e perché è importante per la PA digitale

Agenda Digitale ECONOMIA

Che cosa è il Domicilio digitale. Il domicilio digitale, come descritto dalle definizioni del CAD (art.

Va precisato che per le persone fisiche il domicilio digitale, una volta comunicato, vale non solo per la propria attività di imprenditore o professionista, ma anche per gli aspetti personali della propria vita.

Non è previsto, stranamente, alcun obbligo per i professionisti non iscritti a Ordini o Collegi, che quindi possono continuare a non avere una PEC. (Agenda Digitale)

Su altre fonti

Conto alla rovescia per la regolarizzazione della Posta elettronica certificata delle imprese. Entro il 1° ottobre tutte le aziende devono comunicare telematicamente al Registro delle imprese il proprio domicilio digitale (PEC) attivo e univocamente riconducibile all'impresa. (TargatoCn.it)

Per un pronto adeguamento alle nuove disposizioni è necessario dunque per le imprese verificare tempestivamente il corretto funzionamento del proprio domicilio digitale (ex PEC) e controllare che lo stesso sia correttamente iscritto nel Registro Imprese. (Gazzetta del Sud - Edizione Catanzaro, Crotone, Vibo)

Ecco alcune informazioni utili su cosa è il domicilio digitale, a cosa serve e come fare la procedura. Domicilio digitale: come farne uno. Il domicisio digitale, in buona sostanza, è un “indirizzo di recapito certificato“. (Libero Tecnologia)

Possedere un indirizzo di posta elettronica certificata, che facilita i rapporti con la pubblica amministrazione, era già un obbligo dal 2008 per le società e dal 2012 per le imprese individuali. L’obbligo vale per società e imprese individuali ed è previsto nel Decreto Semplificazioni, convertito in legge dalla Camera lo scorso 11 settembre. (Linkoristano.it)

Con una precisazione, comunque, sottolineata più volte in questi giorni dall’ente camerale: nessuna comunicazione è dovuta se l’impresa ha già iscritto un indirizzo Pec valido, attivo e nella sua disponibilità esclusiva. (LaGuida.it)

La volontà di fornire l’automobilista di un indirizzo di posta certificata dovrebbe ridurre al minimo i ricorsi degli automobilisti e abbattere i tempi per quanto riguarda il ritiro delle multe. Questa informazione verrà poi condivisa e immagazzinata all’interno del database della Motorizzazione e verrà ovviamente sfruttata per inviare le sanzioni. (TuttoTech.net)