Alfa Romeo Milano, Junior e dintorni: la guida degli “alfisti” è scomparsa

Il Sole 24 ORE ECONOMIA

Che il lancio di un’Alfa Romeo susciti clamore ci sta. Si tratta pur sempre di un patrimonio nazionale a cui tanti italiani sono legatissimi, sebbene non al punto da comprarsi le macchine. Solo che le discussioni rivelano un senso di mancato appagamento, quasi un disappunto che poi ha trovato sfogo su questioni poco rilevanti e, diciamolo, anche un tantino pretestuose. Un oggetto di critiche è il body: è uguale a quella e a quell’altra macchina. (Il Sole 24 ORE)

Se ne è parlato anche su altri giornali

La Junior dunque riporta Alfa Romeo in quel segmento di vetture compatte, che è anche il più importante come volumi per il mercato europeo, ma con un chiaro DNA sportivo e con l’obiettivo di creare anche una nuova generazione di Alfisti. (AutoScout24 Magazine)

il CEO francese ha rivelato che la decisione è stata presa in meno di 24 ore. Nel corso di un’intervista rilasciata al magazine inglese Autocar il numero uno di Alfa Romeo l’amministratore delegato Jean Philippe Imparato è tornato a parlare della questione relativa al cambio di nome del SUV Alfa Romeo Milano diventanto Alfa Romeo Junior. (ClubAlfa.it)

Non più Alfa Romeo Milano, ma Junior. Dopo le dichiarazioni del ministro delle Imprese e del made in Italy (Mimit) Adolfo Urso, secondo il quale come un’automobile prodotta in Polonia non può avere il nome del capoluogo lombardo poiché tale circostanza avrebbe violato “la legge sull’italian sounding”, Stellantis ha deciso di cambiare il nome della nuova Alfa Romeo. (WIRED Italia)

Cambiare nome in extremis può portare fortuna e chissà che anche la prima Alfa del nuovo corso non se ne avvantaggi. C’è un precedente in proposito: quando la Fiat presentò la sostituta della vecchia panda al Salone di Ginevra 2003, il nome prescelto era Gingo. (Vaielettrico.it)