Iran, attacco a Israele: perché il prezzo del petrolio potrebbe salire a quota 100 dollari?

Corriere della Sera ECONOMIA

Già venerdì i timori di un attacco a Israele da parte dell'Iran avevano fatto balzare il prezzo del petrolio sopra i 90 dollari. Ora che Teheran ha lanciato contro Israele centinaia di droni e missili, il rischio che il prezzo del barile salga ulteriormente è concreto. Venerdì 12 aprile il prezzo del Brent è balzato a 92 dollari al barile per poi chiudere la seduta intorno ai 90, toccando i massimi da ottobre. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre fonti

Gli analisti avevano previsto un possibile choc sul mercato delle materie prime alimentari, per lo meno nell’immediato, ma non c’è stato. Persino il petrolio è rimasto stabile dopo l’attacco dell’Iran ad Israele (FIRSTonline)

I venti di guerra in Medio Oriente si sono intensificati nell’ultima settimana, culminando nell’attacco condotto dall’Iran nella notte di sabato 14 aprile contro il territorio israeliano. Secondo la ricostruzione delle Forze di difesa israeliane (IDF), Teheran e alcune milizie filoiraniane nella regione hanno lanciato 170 droni, nessuno dei quali è entrato nello spazio aereo israeliano, insieme a 30 missili da crociera, di cui 25 abbattuti dall’aeronautica israeliana, e 120 missili balistici contro Israele (Bluerating.com)

Quotazioni del petrolio in netto rialzo rispetto a quelle della vigilia con l' accrescersi delle tensioni in Medio Oriente. Tuttavia i prezzi dopo una fiammata iniziale oltre i 90 dollari al barile hanno poi ritracciato. (Trentino)

Gli attacchi diretti dell'Iran contro Israele aumentano il rischio di una forte escalation del conflitto. (LA STAMPA Finanza)

Global Cities Il Programma Global Cities dell’ISPI promuove analisi e iniziative sul ruolo che le Global Cities esercitano a livello globale e regionale, sulla loro interazione con gli Stati e gli altri attori internazionali e su specifici obiettivi perseguiti anche mediante la loro azione in network (dalla lotta al climate change all’implementazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite). (ISPI)

La discesa è proseguita anche giovedì 18, nonostante il nuovo giro di vite sulle sanzioni contro il Venezuela, con cui gli Stati Uniti hanno interrotto la tregua che per sei mesi ha consentito al Paese di esportare greggio senza limitazioni. (Il Sole 24 ORE)