I morti di appalto e di precarietà e l’ambulanza del Muggiano

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A ogni strage sul lavoro mi domando sempre se scriverne o meno. Si rischia di dire le solite cose. Ma questa volta scrivo, perché non sono mai stato così indignato. Prima Brandizzo, cinque operai travolti da un treno. Poi altri cinque lavoratori schiacciati su una trave a Firenze. Ora la sciagura nella centrale idroelettrica di Suviana, con sette vittime. Basta! In tutti e tre i casi i lavoratori sono “morti di appalto”. (CittaDellaSpezia)

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Anche quando tutto è per così dire in regola, cioè quando non ci sono lavoratori clandestini senza carte presi a giornata, morti che da vivi chiamavi solo per nome, Mustafà, Karima, Gezim, ché non ne hai mai saputo il cognome. (la Repubblica)

“Oggi non è possibile, né accettabile morire di lavoro o per lavoro; bisogna cancellare il luogo comune che il lavoro equivalga a infortunio”, afferma l’On. (StrettoWeb)

Link Embed Esplosione Bargi, Littizzetto e le morti sul lavoro: "La letterina che non avrei mai voluto scrivere" (Repubblica TV)

«Oggi non è possibile, né accettabile morire di lavoro o per lavoro; bisogna cancellare il luogo comune che il lavoro equivalga a infortunio», afferma l’On. (Normanno.com)

TERMOLI. Il nono appuntamento nella nuova stagione, la terza, con l'apprezzata rubrica curata da Aldo Ciccone si lega alla strettissima attualità, purtroppo. Pillole di sicurezza e prevenzione, Aldo Ciccone risponde ai lettori sulla tragedia di Bargi (Termoli Online)

Fino a qui abbiamo analizzato i numeri in valore assoluto. Un altro modo per capire come sono cambiati nel tempo gli infortuni sul lavoro è quello di rapportare il numero di morti e il numero degli occupati dai 15 anni in su. (Pagella Politica)