Assange appeso a un filo, per ora non sarà estradato

Il Manifesto ESTERI

Se ne riparla in aula il venti maggio, altri due mesi. L’ennesima goccia nello stillicidio di Julian Assange è stata erogata ieri dal duo Sharp/Johnson, i giudici dell’Alta corte di Londra che hanno in mano il destino del fondatore di Wikileaks nella fase epilogale di questo suo calvario giudiziario. IN UNA SENTENZA abbastanza acrobatica, i due hanno respinto cinque delle nove argomentazioni su cui poggia la richiesta dei legali di Assange per un nuovo appello contro l’estradizione del loro assistito decisa nel 2022 dall’allora ministra dell’Interno Patel e poi ribadita l’anno scorso sempre dall’Alta corte, ammattendone come legittime solo tre: quella che vuole la sua estradizione incompatibile con la sua libertà di espressione sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo; il fatto che possa essere discriminato per via della sua nazionalità (australiana) e quella secondo cui non gode di una protezione adeguata contro la pena di morte. (Il Manifesto)

Su altri giornali

L’ultima decisione dell’Alta Corte di Londra ha concesso l’appello contro l’estradizione negli Stati Uniti. Alla fine Julian Assange non verrà estradato. Per ora. (Radio Radio)

L’epica vicenda giudiziaria di Julian Assange ha sempre provocato dissensi anche tra i giornalisti, nella terra da cui proviene, l’Australia, e in Gran Bretagna e in America dove lui e la sua creazione del 2006, WikiLeaks, hanno fatto il grosso del loro lavoro. (La Stampa)

Il giornalista australiano e cofondatore di WikiLeaks, 52enne, è stato incriminato negli Stati Uniti per 17 capi di accusa. Nella tarda mattinata di oggi a Londra si conoscerà il destino del giornalista australiano e fondatore di Wikileaks, Julian Assange (Corriere TV)

La pressione serve, non possiamo mollare”. “So che Stella Moris è amareggiata da questo esito, che non è quello che speravamo. (Il Fatto Quotidiano)

L’Alta Corte di Londra ha concesso ieri a Julian Assange la possibilità di presentare un ulteriore appello alla giustizia britannica contro la sua estradizione negli Stati Uniti. Ma solo in apparenza. In realtà, i giudici rimandano la loro decisione definitiva al 20 maggio, cioè: Dopo aver studiato le garanzie per i diritti umani di Assange, che gli USA dovranno presentare entro il 16 aprile; (L'INDIPENDENTE)

L'ultima carta di una partita lunghissima che potrebbe consentire a Julian Assange di sfuggire all'estradizione negli Stati Uniti - che da quasi 15 anni danno la caccia al giornalista australiano e cofondatore di WikiLeak per aver diffuso documenti top secret del Pentagono e del Dipartimento di Stato contenenti rivelazioni imbarazzanti - la gioca l'Alta Corte di Londra consentendo ad Assange di presentare un nuovo ricorso contro l'estradizione. (ilGiornale.it)