Chi è Alessandro Michele, la carriera del nuovo Direttore Creativo di Valentino

La notizia è ufficiale: l'ex creativo della Maison di Kering è il successore di Pierpaolo Piccioli. Lo stilista che ha rivoluzionato il marchio della doppia G ora approda in un brand ricco di storia e con un'eredità difficile da raccogliere. La storia di Alessandro Michele dagli esordi a oggi. (Fanpage.it)

La notizia riportata su altre testate

C'è una cosa che il mondo della moda sa fare molto bene nei minuti che seguono un annuncio: fare pronostici. Tanti sono sicuramente non richiesti, molti hanno un tono perentorio, altri ancora sono esagerati e lontani anni luce dalla realtà, ma la voglia di dare spazio e forma all'immaginazione che una grande annuncio può scatenare è difficile da tenere a bada. (Grazia)

Dopo aver fatto rivivere Gucci, adesso la sfida per Alessandro Michele è quella di fare atterrare gli abiti di Valentino in una nuova estetica libera da stilemi d’archivio, con la forza di un linguaggio contemporaneo se non futurista. (La Stampa)

«Roma per me è una scelta. Una scelta che implica destino». Era il maggio del 2019 quando Alessandro Michele scriveva di Roma sulle pagine di questo giornale. E ora, a distanza di cinque anni, quel destino pare essere compiuto: da martedì sarà il direttore creativo di Valentino, maison romana per eccellenza, cosmopolita ma radicata in questa città in maniera viscerale, un po’ come lui. (Repubblica Roma)

Alessandro Michele è il nuovo direttore creativo di Valentino, e ovviamente la notizia ha dato immediatamente adito a innumerevoli speculazioni; se c’è chi ha esultato alla notizia, c’è anche chi trova il gusto di Michele lontano da quello della maison italiana, forse tenendo conto solamente dell’evoluzione contemporanea del brand, quella più minimale di Pierpaolo Piccioli. (Whoopsee)

Dopo i rumors la conferma: Alessandro Michele prende il posto di Pierpaolo Piccioli come direttore creativo di Valentino, basato a Roma, cuore della maison fondata nel 1960. (TGR Lombardia)

A questa storia va il mio primo pensiero: alla ricchezza del suo patrimonio culturale e simbolico, al senso di meraviglia che ha saputo costantemente generare, all’identità preziosissima che i suoi padri fondatori, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, le hanno donato con amore sfrenato. (la Repubblica)