Hormuz: un equilibrio instabile

ISPI ECONOMIA

Chi segue i mercati l’ha sempre saputo: il conflitto in Medioriente non avrebbe influenzato il prezzo delle materie prime fino a che non si fosse verificata un’escalation delle ostilità con il coinvolgimento dei paesi produttori di greggio. Quel momento è arrivato, e la tensione è massima. L’incertezza è tanta che neanche la speculazione si muove: dopo il rialzo dal primo aprile, quando Israele ha attaccato il consolato iraniano a Damasco, nelle ultime sedute il prezzo del petrolio è rimasto stabile, perfino calando leggermente. (ISPI)

La notizia riportata su altri media

I listini europei chiudono poco lontano dalla parità, nonostante la giornata sia stata molto mossa (così come la settimana che termina oggi) a causa dell’alta tensione in Medio Oriente tra Iran e Israele (FIRSTonline)

Girano in negativo i prezzi del petrolio, dopo la recente corsa in scia all'attacco di Israele nei confronti dell'Iran come rappresaglia per quanto accaduto nello scorso fine settimana. (LA STAMPA Finanza)

Borsa: clima nervoso su tensioni in Medio Oriente, ma Milano recupera e chiude a +0,11% (Il Sole 24 ORE)

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La Cumana riparte. anche se probabilmente ci potranno essere rallentamenti di circa 5 minuti sul tratto Bagnoli-Torregaveta. (La Città Flegrea)

Quanto accaduto questa notte tra Israele e Iran non ha condizionato le quotazioni del petrolio. O meglio, dopo un iniziale balzo fino a circa 90 dollari al barile, il Brent è scivolato in territorio negativo in termini di performance e oggi perde circa un punto percentuale a 86 dollari. (Investire.biz)