L’arte israeliana: «Cessate il fuoco e ostaggi liberi»

Davanti al padiglione di Israele, ai Giardini della Biennale, stazionano i militari. Presidiano un luogo chiuso perché l’artista Ruth Patir insieme ai curatori della mostra Motherland (il cui titolo aveva già suscitato molte polemiche stridendo con la cruda realtà che vede i bambini a Gaza morire sotto le bombe) hanno deciso di fare marcia indietro e, contrariamente a quanto avevano affermato finora (la volontà di andare avanti con il loro progetto perché non rappresentavano Netanyahu), hanno sbarrato l’entrata. (il manifesto)

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La prova è alla Biennale di Venezia dove - fra proteste, opere esposte e scelte curatoriali - i Padiglioni nazionali diventano la cartina di tornasole della geopolitica. Del resto il nuovo presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, ieri lo ha detto chiaramente: «Il padiglione di Israele che decide di non aprire, nell'assoluto della verità capovolge l'atto estremo dell'artista nel mettersi in opera al servizio della verità: il cessate il fuoco. (ilGiornale.it)

Luca Beatrice 18 aprile 2024 (Liberoquotidiano.it)

La Russia non espone alla 60/a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, come già alla Mostra precedente, inaugurata due mesi dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina. (Adnkronos)

La pratica, tradizionale del ricamo e della tessitura collettiva, che era stata abbandonata con l’urbanizzazione, è tornata al centro della vita di molte persone. Così come quella, altrettanto sociale, dell’augurio e del saluto, che comprende ora, dopo l’inizio dei bombardamenti russi nel febbraio del 2022, “passa una notte tranquilla”. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Tutto resta sospeso e anche il nostro Padiglione doveva fermarsi. Ma rimane lì, pronto per essere aperto». (la Repubblica)

A innescare l'incendio, la decisione che sulla carta avrebbe dovuto spegnere ogni polemica, vale a dire quella presa dagli artisti israeliani di … Non si placa la protesta, anzi, monta fino a infiammare la Biennale di Venezia, che invece di inaugurare mostre e padiglioni, sembra voglia varare un nuovo corso che si rifà storicamente a un passato fatto di slogan e bandiere date alle fiamme. (La Stampa)