Amine, picchiato nel carcere Beccaria: «Mi hanno fatto un occhio nero, il mio vicino di cella ammanettato e preso a calci e pugni»

Corriere Milano INTERNO

«Tante cose succedevano di notte. Una volta sono entrati quattro assistenti dentro la cella vicina alla nostra, noi sentivamo i rumori. Hanno ammanettato e picchiato un ragazzo, l’hanno spaccato di calci e di pugni, all’epoca lì non c’erano ancora le telecamere. Noi ci siamo rannicchiati tutti nell’angolo del nostro letto, in silenzio, era il suo turno. Un’altra volta hanno fatto un occhio nero a me, mi hanno preso a calci in tre e dato uno schiaffo che non ci sentivo più da un orecchio perché continuavo a chiedere l’accendino. (Corriere Milano)

Su altre testate

“…lo colpiva con più cinghiate anche nelle parti genitali fino a provocarne il sanguinamento (…) lo lasciavano completamente nudo dentro la stanza per un’ora, senza nessun indumento o coperta; (…) lo svegliavano per spostarlo dalla sua cella e lo colpivano nuovamente in faccia con schiaffi e pugni, insultandolo con termini quali ‘sei un bastardo, sei un arabo zingaro, noi siamo napoletani, voi siete arabi di merda’”. (Il Fatto Quotidiano)

Nell’ordinanza del Giudice delle Indagini Preliminari Stefania Donadeo a pagina 58 parte il racconto del ragazzo. L’episodio fa parte di quelli che hanno fatto finire in arresto 13 agenti di polizia penitenziaria con le accuse di tortura, maltrattamenti e falso. (Open)

È lo scenario inquietante che viene a galla non solo dagli atti della Procura di Milano, nell'inchiesta che ha portato in carcere 13 agenti della Penitenziaria e alla sospensione di otto colleghi, ma dalle stesse parole degli arrestati nei primi interrogatori. (L'Unione Sarda.it)

Una galera può essere un buco nero dove ficcare i dannosi e gli inutili; oppure può essere un luogo di soccorso e di rieducazione, o almeno… (la Repubblica)

Intercet… Una protesta a suon di certificati medici che, da quel che emerge, non era stata concordata col sindacato. (La Stampa)

«Dai, dobbiamo vedere, comunque, il fatto stesso che questo direttore, “sì, vado a prendere i video”, vabbé ci sta. Il nuovo corso al carcere minorile Beccaria di Milano, con l’arrivo di Claudio Ferrari a dicembre 2023, primo direttore a tempo pieno dopo un ventennio di reggenti, non era andato giù a tutti. (Corriere Milano)