Perché il nostro futuro sarà sempre più europeo – Chiesa di Milano

Diocesi di MIlano INTERNO

Da Il Segno di marzo Le elezioni per il Parlamento europeo sono sempre state considerate, a torto, un secondo tempo, una sorta di verifica di quelle nazionali. Come avviene per il voto di mid term negli Stati Uniti. O un modo per offrire un’alternativa a chi non ha ottenuto incarichi nazionali o è stato deluso nelle proprie aspettative personali. Un errore che non vorremmo si ripetesse anche questa volta, anche se lo temiamo fortemente. (Diocesi di MIlano)

Se ne è parlato anche su altri media

Più di otto europei su dieci (81 per cento, 78 per cento in Italia) ritengono che votare sia ancora più importante data l’attuale situazione geopolitica. Il 71% dei cittadini europei afferma che probabilemente andrà a votare alle prossime elezioni di giugno, un dato in salita di 10 punti percentuali rispetto a marzo 2019 e di 3 punti percentuali maggiore rispetto all’autunno 2023. (Policy Maker)

A oggi, però, nulla si sa su candidati e relativi programmi. "Manca ormai pochissimo alle elezioni europee, che si svolgeranno il 9 giugno. (Adnkronos)

Manca poco alle elezioni europee e secondo l'ultimo Eurobarometro pubblicato dal Parlamento Ue cresce l'interesse degli italiani per l'appuntamento elettorale. Se si andasse a votare tra una settimana, il 70% andrebbe alle urne. (Fanpage.it)

Sono più di otto europei su dieci a ritenere il voto alle elezioni europee più importante in virtù dell'attuale situazione geopolitica. 6/10 - il 60% - quindi si interesseranno alle prossime europee del 6-9 giugno, con un aumento di 11 punti percentuali rispetto al voto del maggio 2019. (Il Capoluogo)

Il sondaggio di primavera 2024 di Eurobarometro sull'elezioni del Parlamento europeo rivela un forte interesse tra i cittadini per le prossime elezioni europee dal 6 al 9 giugno e una maggiore consapevolezza della loro importanza nell’attuale contesto geopolitico. (europedirect.comune.fi.it)

Era il 26 maggio 2019, si votava per le elezioni Europee e quel giorno così tanti erano stati gli italiani che - oltre a barrare il simbolo della Lega - avevano voluto scrivere sulla scheda anche il nome Salvini, allora vicepremier del governo giallo-verde. (La Stampa)