Il referendum sul Jobs Act non cambia molto. E rende i precari più precari di oggi. Ecco perchè

Open INTERNO

I quesiti referendari promossi dalla Cgil, noti come i «referendum sul Jobs Act», hanno l’indubbia capacità di accendere forti contrasti tra chi auspica un mercato del lavoro più stabile e chi, invece, si lamenta per l’eccesso di vincoli che ancora frenano il mercato. Basti vedere le prese di posizione di molti leader politici, anche dello stesso schieramento, che si sono spaccati sull’adesione al progetto (Elly Schlein ha deciso di firmare i referendum, altri esponenti del suo partito sono contrari) per capire che questi referendum sono già diventati una bandiera: la lotta al Jobs Act è un tutt’uno con la lotta (o il sostegno) a una certa visione del mercato del lavoro. (Open)

La notizia riportata su altri giornali

I quesiti sono quattro. I primi due sui licenziamenti, uno sul superamento del contratto a tutele crescenti e l’altro sull’indennizzo nelle piccole imprese, previsti dal Jobs act. Il terzo riguarda invece la reintroduzione delle causali per i contratti a termine, in questo caso il riferimento legislativo è ad una delega del Jobs act, ma anche alla norma introdotta dal governo Meloni che lascia alle parti individuali la possibilità di indicare esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva. (CittaDellaSpezia)

La firma al referendum Cgil contro il Jobs Act? "Non è una sorpresa", dice Elly Schlein ricordando che "già nel 2015 ero in piazza con la Cgil contro l'abolizione dell'articolo 18". (Secolo d'Italia)

Sono passati quasi dieci anni da quando Matteo Renzi, allora premier e segretario di un Pd primo partito d’Italia, rompeva l’ultimo tabù della sinistra e approvava, ovviamente con il voto favorevole dei parlamentari dem a parte qualche mugugno nella sinistra bersaniana, il Jobs act (Il Sole 24 ORE)

Le due mosse rivelano come la sinistra italiana, quella partitica e quella sindacale, preferisca abbandonarsi a una sorta di passatismo crepuscolare, trovare rifugio nel piccolo mondo antico che illusoriamente possa metterla al riparo dagli epocali stravolgimenti tecnologici e sociali del nuovo millennio che trovano principale sfogo nel mondo del lavoro. (L'HuffPost)

Renzi: "Schlein su Job Act è coerente, ma gli elettori preferiranno i partiti riformisti" 07 maggio 2024 (Il Sole 24 ORE)

Altro che riformismo. Poi i simboli e la guerra. (ilGiornale.it)