Gb convoca l'ambasciatore cinese dopo le accuse su cyberattacchi

Trentino ESTERI

LONDRA L'ambasciatore cinese nel Regno Unito è stato convocato oggi al Foreign Office dopo le accuse rivolte ieri dal governo di Londra a Pechino di essere dietro cyberattacchi recenti contro istituzioni della democrazia britannica. Accuse che la Cina ha seccamente respinto, ma che sono state rivolte parallelamente alla Repubblica Popolare per episodi analoghi pure da Usa e Nuova Zelanda fra gli alleati del gruppo dei Five Eyes (Trentino)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Le attività di disturbo sarebbero … Un gruppo di hacker cinesi è stato accusato da Regno Unito, Stati Uniti e Nuova Zelanda di aver lanciato una vasta campagna di cyberspionaggio contro siti governativi ed email personali di deputati, accademici e giornalisti che si erano dimostrati critici nei confronti di Pechino (La Stampa)

Più nel dettaglio, sembrerebbe che nel corso degli ultimi anni il gruppo di cybercriminali denominato "Advanced Persistent Threat 31" (APT31), identificato come un braccio del Ministero della sicurezza di stato cinese, abbia colpito senatori americani, parlamentari britannici e funzionari governativi di tutto il mondo che hanno criticato duramente Pechino (WIRED Italia)

Di Guido Santevecchi Regno Unito e Stati Uniti accusano Apt31, unità di cyberguerra dello Stato cinese. Tra i suoi obiettivi: fermare i soccorsi americani a Taiwan. Il piano di spionaggio «partito da più di 10 anni» (Corriere della Sera)

Il Regno Unito ha accusato gli hacker cinesi di essere responsabili di un attacco del 2021 alla posta elettronica di alcuni deputati britannici critici nei confronti di Pechino, e di un altro che ha visto coinvolto l’organo di controllo elettorale nel 2021-2022. (China-Files)

Reuters (Avvenire)

Il premier Rishi Sunak definisce Pechino la più grande sfida alla sicurezza nazionale britannica a livello di Stato”. La presa di posizione segue gli esiti delle indagini svolte da Londra in relazione ad un attacco informatico realizzato a suo tempo contro il database della Commissione elettorale nazionale britannica. (Il Fatto Quotidiano)