ATP Madrid, Rafael Nadal e Carlos Alcaraz si allenano alla Caja Magica: dubbi sul n.3 del mondo

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Curiosità e incertezza sui due assi del tennis spagnolo. Lunedì 22 aprile, alle ore 11.00, si terrà la cerimonia del sorteggio del tabellone principale del Masters1000 di Madrid, il secondo torneo di questa tipologia sulla terra rossa. Rafael Nadal e Carlos Alcaraz sono tra i giocatori più attesi, in un 1000 che si preannuncia interessante anche per la gestione che i giocatori di vertice dovranno avere nell’avvicinamento al Roland Garros (OA Sport)

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Ancora alle prese con l'infortunio al braccio destro, Alcaraz non ha rassicurato sulle sue condizioni verso Madrid: "Il mio obiettivo è giocare, ma al momento non sono sicuro. Non ho ancora buone sensazioni, non voglio avere fretta e non mi sento di dire che sarò a Madrid al 100%" (Sky Sport)

Il murciano è atteso nella capitale spagnola e sabato si dedicherà ai test per capire quali sono le condizioni dell’avambraccio destro, problema che si è palesato a Montecarlo e che ha costretto il numero 3 del mondo a saltare il torneo del Principato e anche il 500 di Barcellona. (La Gazzetta dello Sport)

L'obiettivo è quello di trovare una buona condizione fisica, per essere al meglio a Parigi (La Gazzetta dello Sport)

Carlos Alcaraz ha saltato Montecarlo per un problema al braccio destro: per accelerare il recupero prova l’applicazione di un campo magnetico ad alta intensità e a bassa frequenza sulla parte dolorante (Corriere della Sera)

L’infortunio al braccio destro ha già costretto il numero 3 del mondo a rinunciare già al 1000 di Montecarlo : ora, un ulteriore stop anche per il torneo della capitale, avrebbe un peso notevole nella corsa di Alcaraz alla vetta della classifica mondiale del tennis, soprattutto in una fase decisiva della stagione sulla terra battuta che l'anno passato aveva visto Carlos come uno dei protagonisti principali. (Tuttosport)

Ora tocca all’avambraccio. Il fisico proprio non vuole dare pace a Carlos Alcaraz, giocatore che in campo pare senza difetti per la sua capacità di saper fare tutto e saperlo fare bene, salvo poi scoprire una zona d’ombra che rischia di influenzare una carriera. (La Gazzetta dello Sport)