Grande imbarazzo ai David di Donatello, il costumista Sergio Ballo sbotta: “Siete tirchi, potevate darci due statuette. Ci avete pure messo qua sulle scale”

Il ciclone Sergio Ballo alla notte dei David di Donatello 2024 è servito. Nemmeno tre minuti di discorso per ritirare il David come Miglior costumista, assieme a Daria Calvelli, per il film Rapito di Marco Bellocchio e Ballo si prende l’attenzione dell’intera serata nel prime time di Rai1 (Il Fatto Quotidiano)

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Roma, 6 mag. (Agenzia askanews)

Il primo a protestare, in diretta tv, era stato Sergio Ballo, costumista insieme a Daria Calvelli, per Rapito, il film di Marco Bellocchio. La protesta del costumista Sergio Ballo (la Repubblica)

E lo fa grazie alle cinque statuette per il film ’Rapito’ di Marco Bellocchio, il presidente della nostra Cineteca, che nella vicenda di un giovane ebreo di Bologna rapito dalla casa di famiglia dai soldati papali nel 1858, cui fece seguito il suo trasferimento a Roma sotto la custodia di papa Pio IX per esser allevato come cattolico, vide già dal 2020 la storia ideale per un film. (il Resto del Carlino)

Una scelta che ha infastidito non poco il vincitore. Tra applausi e ringraziamenti ai David di Donatello c'è stato anche il momento della polemica . (Repubblica TV)

Che è stato il momento migliore di tutta la cerimonia, molto noiosa ma non più di un’altra prima serata qualsiasi di Carlo Conti, e mi spiace perchè lì ho perso il filo. Un po’ perché li avevano messi sulla scala come Wanda Osiris – diceva lui – un po’ perché c’era una statuetta sola per due premiati, da pezzenti, un po’ perché il sionismo e l’antisemitismo eccetera. (Rolling Stone Italia)

Aleggia quel retropensiero radical chic che, al netto della celebrazione, nel passato è rimasto piantato su Fellini e, nel presente, nello snobismo ipocrita dello sfarzo. Una premiazione che Carlo Conti ha cercato di rendere inutilmente smart, anche bloccando Alessia Marcuzzi in versione madrina di battesimo, ma che resterà indelebile per le scelte inadeguate, a cominciare da Fabrizio Biggio . (Gazzetta del Sud)