Enrico Letta al Consiglio europeo:«Evitare frammentazioni sul Mercato unico. Il gap tra Ue e Usa è sempre più ampio» – Il video

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«Non propongo la Bibbia ma una cassetta di strumenti». Lo ha detto Enrico Letta presentando ai 27 leader europei il suo rapporto sul futuro del Mercato unico. «Non c’è tempo da perdere, il gap tra Ue e Usa sta diventando sempre più ampio. Si apre la possibilità di rafforzare il Mercato unico per eliminare la frammentazione a partire dai tre punti rimasti indietro: l’energia, le telecomunicazioni e i mercati finanziari». (Open)

Su altre fonti

Presentando il suo rapporto sul mercato unico europeo davanti ai leader Ue, Enrico Letta ha subito messo le mani avanti. «Il mio report è una cassetta degli attrezzi, ma non è la Bibbia». (La Stampa)

Riforme contro la pianificazione fiscale aggressiva nell’Unione europea a maggioranza: non serve l’unanimità all’interno del Consiglio. È quanto sottolinea Enrico Letta nel suo report sul mercato europeo, commissionato dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel. (Italia Oggi)

Il primo giorno del Consiglio è stato dedicato agli affari esteri (Ucraina e Medio Oriente). (Contropiano)

Ed è forse per questo che il Consiglio europeo è durato più del previsto ed è stato «difficile» come ha ammesso al termine il presidente Charles Michel. Era forse dai tempi delle discussioni su Next Generation Eu nel 2020 che i leader Ue non si confrontavano su temi economici che vanno a toccare la sovranità degli Stati membri. (Corriere della Sera)

Ha raccolto molti consensi e apprezzamenti il rapporto di Enrico Letta sul futuro del mercato unico. Al termine di una settimana di interviste sulla stampa internazionale, conferenze stampa, dichiarazioni, l’ex premier italiano ha esposto il suo lavoro ai leader europei, muovendosi a Palazzo Europa a braccetto con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, come se frequentasse da tempo i palazzi di Bruxelles. (LAPRESSE)

«L’urgenza di questo rapporto nasce dal fatto che tutti i dati dimostrano che cinesi e indiani da una parte e americani dall’altra stanno andando più forte di noi europei, soprattutto innovando di più». (Corriere della Sera)