Passare dalla indignazione all’azione contro i nuovi bavagli alla democrazia

articolo21 INTERNO

Ed ora sarà il caso di passare dalla indignazione all’azione. Ci sono voluti i bavagli alla Rai, la trasformazione del servizio pubblico in agenzia governativa, l’annuncio di una possibile reintroduzione del carcere per i cronisti, i maneggi attorno alla agenzie, il trionfo del conflitto di interessi, per rendere chiaro a tutte e a tutti quello che Articolo 21 aveva denunciato dal primo giorno: l’assalto del governo di estrema destra al sistema mediatico. (articolo21)

La notizia riportata su altre testate

L’Assemblea – spiega una nota – “contesta la volontà di trasformare il servizio pubblico nel megafono dei partiti, e all’azienda gli accorpamenti di testate calati dall’alto che svuoterebbero Radio1 della sua vocazione all news, la mancata volontà di indire una selezione pubblica per sostituire gli oltre 100 colleghi usciti dalla Rai negli ultimi anni, il mancato rispetto degli accordi sindacali sugli organici nella Tgr, l’assenza di risorse per stabilizzare i precari che lavorano nelle reti, i tagli alle troupe e la disdetta da parte del vertice del premio di risultato”. (Il Fatto Quotidiano)

Una decisione spettacolare che fa seguito alle polemiche di questi giorni e all’uscita di Amadeus da Viale Mazzini che suscitano naturalmente una «fortissima preoccupazione» e che si riassumono così: «Mentre da un lato si registra la fuga di alcuni dei volti noti della Rai verso altri competitor - con inevitabili ripercussioni anche sugli ascolti e sui bilanci aziendali - dall’altro non si difende l’autonomia del Servizio Pubblico dalla politica». (ilGiornale.it)

I giornalisti della Rai hanno proclamato cinque giorni di sciopero per «non essere ostaggi dei partiti». In gergo si chiama «soccorso rosso», cioè l'unione di forze diverse (giornalismo, magistratura, politica) per combattere un nemico comune. (ilGiornale.it)

Tutto questo dibattere attorno all’ex premier e numero uno della Bce sembra quasi infastidirla. (Adnkronos) – Non apre e non chiude, semplicemente si sfila. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Nessuna novità, in effetti, se non fosse che l’agitazione arriva in un momento in cui l’azienda è scossa da quella che sembra una tempesta perfetta, con star di casa che sbattono la porta, programmi “nuovi” affidati a volti graditi alla maggioranza che sono andati male (vedi Nunzia De Girolamo), un Terzo Polo che rimescola le carte e appare… (La Stampa)

Telemeloni non è un caso solo italiano, se ne deve occupare l’Europa. Lo auspicano i Verdi europei con una richiesta alla Commissione Ue di indagare le interferenze governative sulla libertà di stampa in Italia. (il manifesto)