Il mondo aumenta le spese militari e il pericolo di guerra

Il mondo aumenta le spese militari e il pericolo di guerra
il manifesto ESTERI

L’umanità si trova a un bivio in cui le decisioni politiche sui bilanci della difesa determineranno la traiettoria delle molteplici crisi in cui siamo immersi. Disgraziatamente in questo momento i Governi stanno scegliendo di aumentare drasticamente i fondi armati e, di conseguenza, anche il pericolo di una guerra globale. Trainata dai conflitti che sempre più spesso coinvolgono direttamente o indirettamente le maggiori potenze militari, la spesa militare mondiale ha raggiunto nel 2023 il record storico di 2.443 miliardi di dollari con una crescita del 6.8% in termini reali rispetto all’anno precedente. (il manifesto)

Su altre fonti

Stanno aumentando in maniera vertiginosa le spese militari che hanno raggiunto cifre da record. L’aumento più forte in oltre un decennio nel 2023, con il massimo storico di 2,4 trilioni di dollari. Servizio di Paolo Fucili Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (TV2000)

Di fronte alle crisi internazionali, non sorprende che i leader nella spesa militare – Stati Uniti, Cina e Russia – abbiano ancora una volta aumentato significativamente le loro spese di settore. I Tuttavia, anche l’Istituto di ricerca sulla pace nel mondo di Stoccolma (SIPRI) non si aspettava il maggiore aumento percentuale (105%) nel 2023, ad esempio, in un Paese come la Repubblica Democratica del Congo, dove il conflitto tra governo e gruppi armati è di lunga durata. (ByoBlu)

Record storico per la spesa militare: il mondo sempre più armato

Continua a crescere la spesa militare globale che nel 2023 raggiunge i 2,4 trilioni di dollari. Nel 2023 le spese militari hanno raggiunto il livello record di 2,4 trilioni di dollari, nuovo massimo storico. (Start Magazine)

La spesa per gli armamenti vede, infatti, una straordinaria escalation per il nono anno consecutivo, raggiungendo il picco inedito di 2.443 miliardi di dollari, con la Nato che spende il 55% dell’importo complessivo. (Vatican News - Italiano)