Corruzione e turbativa d’asta, blitz dei carabinieri in Sicilia contro i clan mafiosi

LA NOTIZIA INTERNO

Trapani, 16 apr. – Undici arresti in Sicilia per associazione mafiosa, corruzione, turbativa d’asta, trasferimento fraudolento di valori, ricettazione e autoriciclaggio. E’ il bilancio di una operazione dei carabinieri contro clan mafiosi a Trapani e in altre città. Dall’indagine sono emersi – a quanto riferiscono gli inquirenti – “gravi indizi sulla convergenza di illeciti interessi di appartenenti alla famiglia mafiosa di Salemi (mandamento di Mazzara del Vallo), esponenti di spicco di Cosa nostra palermitana e imprenditori”. (LA NOTIZIA)

Se ne è parlato anche su altre testate

È il paradosso che viene fuori dall’ordinanza dell’indagine che ha portato agli arresti nel clan mafioso di Salemi. Quasi 17 milioni di euro spostati all’estero per essere ripuliti con complesse operazioni in circuiti bancari internazionali, ma zero contanti liquidi per trasferte di pochi chilometri. (MeridioNews - Edizione Sicilia)

Secondo quanto emerge all’articolo del Il Fatto Quotidiano, i due si “stavano interessando anche del versante politico”. L’inchiesta (BlogSicilia.it)

Una mafia che controlla appalti e si occupa di energia. È una fotografia già vista quella offerta dall’ultima operazione antimafia portata a termine ieri mattina (16 aprile) dai carabinieri di Trapani, coadiuvati dai colleghi di Palermo. (Giornale di Sicilia)

PALERMO – Un intreccio finanziario internazionale per fare rientrare in Sicilia i soldi della mafia, milioni di euro sporchi. I soldi c’erano e sono pure transitati estero su estero, ma non c’è certezza che siano rientrati in possesso dei mafiosi che li volevano ripulire. (Livesicilia.it)

La mafia trapanese voleva tornare nel business della grande distribuzione. Voleva tornare a comprare supermercati. Un vecchio interesse criminale delle cosche e di chi è stato vicino a Matteo Messina Denaro ai tempi della Despar e della società con Giuseppe Grigoli. (Tp24)

Seguendo le intercettazioni telefoniche legate ai trasferimenti milionari, i carabinieri sono arrivati fino a Rimini. Un flusso di soldi che – questa è l‘ipotesi investigativa – sarebbe stato messo in moto da uomini vicinissimi a Mattia Messina Denaro. (il Resto del Carlino)