Il no-alcol agita i calici Vinitaly

Italia Oggi ECONOMIA

Giù il sipario sulla 56° edizione di Vinitaly. Dopo 4 giorni oggi chiude il salone internazionale del vino con 4.300 espositori. In questi giorni gli stand di Veronafiere sono stati meta di decine di migliaia di operatori e anche giovani winelover, quelli che stanno determinando un cambio culturale nei consumi di vino: prediligono vini più leggeri, meno alcolici o persino dealcolati. Infatti, il gigante Argea non ha perso tempo: in un solo colpo ha lanciato a Vinitaly i suoi primi 8 vini no-alcol. (Italia Oggi)

La notizia riportata su altre testate

Come anticipato, sul tavolo di Verona c’erano una manciata di temi che hanno finito per compattare il sistema, lasciando da parte una serie di contrasti, come quello sempre più labile tra piccoli vignaioli e grandi cantine. (Gambero Rosso)

Fenomeno de-alcolati, bevande zuccherine da non chiamare vino. Il mercato li apprezza e in Trentino ci sono avanguardie interessanti (il Dolomiti)

Al Vinitaly 2024, che si è chiuso ieri, il tema della dealcolazione del vino, per la messa in commercio di prodotti che piacciono soprattutto ai mercati del Nord Europa, è stato tra i più trattati. Per i vignaioli oltrepadani, è un argomento da prendere con le pinze, tra totalmente contrari, dubbiosi e possibilisti solo per fermare la sovrapproduzione e aprirsi a nuovi mercati, «ma le nostre denominazioni non si toccano». (La Provincia Pavese)

L’esponente della Lega: “I prodotti senza alcol sono un’altra cosa: giusto intercettare un trend che funziona, ma chiamandoli con un altro nome, si rischia di confondere i consumatori”. E sugli attacchi al comparto: “Le istituzioni devono proteggere il vino: bisogna lavorare insieme per portare avanti un prodotto che è principe del made in Italy e dell’export”. (Repubblica TV)

Maurizio Danese amministratore delegato di Veronafiere, mette sul tavolo l'immagine di un Vinitaly che non si pone solo come una vetrina della produzione italiana, ma anche come luogo di dibattito e di valorizzazione del nostro vino. (Gambero Rosso)

Ai giovani piace, la Generazione Z pare sia pronta a farne un suo simbolo, il mercato potenziale è importante e in Italia le resistenze al vino dealcolato lo sono altrettanto. (Tiscali)