Valentino deve guardarsi dal diventare un Gucci 2.0 o “Valentucci”

Valentino deve guardarsi dal diventare un Gucci 2.0 o “Valentucci” Di Bloomberg Versione italiana di Gianluca Bolelli Pubblicato il , casa di moda che dall’anno scorso è controllata al 30% dal colosso francese , ha nominato , ex direttore creativo del marchio di punta del conglomerato transalpino, , suo nuovo stilista di punta. Michele succede a , che si è dimesso la settimana scorsa. PixelFormula La nomina porta con sé il potenziale necessario per trasformare radicalmente l’etichetta controllata dal qatariota Mayhoola. (FashionNetwork.com IT)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Perché oggi, lo abbiamo detto, il problema della Moda è proprio questo, designer contemporanei che devono misurarsi con il pas… (La Stampa)

In realtà, basta fare un salto nel passato, agli archivi della maison disegnati dallo stesso Valentino Garavani, per rendersi conto dello straordinario decorativismo delle collezioni; esotismo, romanticismo, sogno, orientalismo, dettagli preziosi e sofisticatissimi, sono tutti elementi che ritroviamo sia nelle collezioni storiche di Valentino Garavani ma anche in quelle di Gucci di Alessandro Michele, seppur interpretate in chiave contemporanea tra geek-core e gender-fluid. (Whoopsee)

Dopo l’ufficializzazione di Alessandro Michele alla direzione creativa di Valentino, la domanda che circola tra gli addetti ai lavori è solo una. Come può coesistere il suo stile citazionista, ricco di riferimenti culturali, con la sobrietà elegante e colorata di Pierpaolo Piccioli e l’imprinting sartoriale di Valentino Garavani? Parliamoci chiaro: nell’ultimo anno il nome di Michele è circolato quasi a ogni cambio di direzione creativa. (laconceria.it)

Un punt… (Repubblica Roma)

Dopo i rumors la conferma: Alessandro Michele prende il posto di Pierpaolo Piccioli come direttore creativo di Valentino, basato a Roma, cuore della maison fondata nel 1960. (TGR Lombardia)

A questa storia va il mio primo pensiero: alla ricchezza del suo patrimonio culturale e simbolico, al senso di meraviglia che ha saputo costantemente generare, all’identità preziosissima che i suoi padri fondatori, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, le hanno donato con amore sfrenato. (la Repubblica)