Il Padiglione di Israele chiuso e presidiato dalle forze dell'ordine

È l'unico padiglione nazionale che non ha aperto, e ovviamente è quello che tutti cercano appena entrati ai Giardini della Biennale, il punto di partenza della Esposizione internazionale d'arte di Venezia. Eccolo qui: è poco distante dal Padiglione centrale, dove comincia la mostra principale curata da Adriano Pedrosa, ed è proprio accanto - quasi protetto, perché la geografia anche nel mondo dell'arte è geopolitica - dal Padiglione degli Stati Uniti (ilGiornale.it)

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La Russia non espone alla 60/a Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia, come già alla Mostra precedente, inaugurata due mesi dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina. (Adnkronos)

La prova è alla Biennale di Venezia dove - fra proteste, opere esposte e scelte curatoriali - i Padiglioni nazionali diventano la cartina di tornasole della geopolitica. L'arte è sempre politica e la politica passa anche dall'arte. (ilGiornale.it)

Niente può continuare a essere come prima. Fuori dalla porta, il brusio del pubblico arrivato ai Giardini per il primo vero giorno di preapertura della sessantesima Biennale d’Arte di Venezia. (la Repubblica)

Luca Beatrice 18 aprile 2024 (Liberoquotidiano.it)

Venezia, 17 apr. - Chiuso fino a nuovo ordine, in attesa di cessate il fuoco. Il padiglione di Israele alla sessantesima Biennale d'Arte di Venezia non ha aperto i battenti; i visitatori invece possono leggere un cartello esposto sulla porta d'ingresso che avverte della chiusura "sino a che non sarà pattuito un cessate il fuoco e non saranno liberati gli ostaggi" nelle mani di Hamas. (Il Sole 24 ORE)

Non si placa la protesta, anzi, monta fino a infiammare la Biennale di Venezia, che invece di inaugurare mostre e padiglioni, sembra voglia varare un nuovo corso che si rifà storicamente a un passato fatto di slogan e bandiere date alle fiamme. (La Stampa)